Lago Aviasco
    

AVIASCO

Il Lago di Aviasco deriva dall'ampliamento di un preesistente lago naturale ottenuto tramite la costruzione di una diga nell'anno 1923.
Nelle sue acque si specchiano il Monte Pradella a SW (m. 2626) e il Monte Cabianca a NE (m. 2601).
Non lontano ci sono altri laghetti: Lago Nero, Lago Campelli, Lago Cernello e Lago Sucotto, uniti da un sentiero con il quale è possibile effettuare un giro ad anello.

Come arrivare:
Con la provinciale 49 risaliamo l'Alta Valle Seriana. Al km. 39 la lasciamo per imboccare sulla sinistra la provinciale 49 bis con la quale raggiungiamo Valgoglio. Al bivio dopo l'abitato, continuiamo diritto con la Via San Rocco.
Al bivio successivo troviamo diversi segnavia che indicano:
Baita Cernello (ore 3 sentiero 228), Passo Portula (ore 4.30 sentiero 230), Rifugio Calvi (ore 5.20 sentiero 226), Passo Aviasco (ore 5 sentiero 229), Rifugio Laghi Gemelli (ore 6 sentiero 214), Capanna Cai Lago Nero (ore 3 sentiero 268), Lago di Aviasco (ore 3.30 sentiero 268), Traversata in Val Sanguigno (ore 5.30 sentiero 267).
I segnavia, attaccati alla parete sulla destra, non specificano quale delle due direzioni dobbiamo prendere. Comunque a sinistra si va in piano verso la centrale Enel dove termina la strada; a destra si sale verso la località Bortolotti.
Prendiamo la stretta stradina sulla destra con la quale arriviamo fino al tornante di fronte al Ristoro 5 Laghi. Sulla destra c'è uno slargo dove lasciamo la macchina (m. 1139). La strada continua oltre il tornante ma l'accesso è consentito solamente a chi possiede la necessaria autorizzazione.

Alcuni segnavia dipinti su di una pietra indicano il Lago Nero e la Baita Cernello diritto davanti a noi.
Superiamo una stanga che troviamo alzata, e ci incamminiamo su di una stradina asfaltata che parte alla sinistra della condotta dell'Enel, un grosso tubo di colore verde che porta alla centrale di Aviasco l'acqua captata dai bacini artificiali superiori. Poco dopo lo scavalchiamo con un ponticello.
Continuiamo tra gli alberi passando sotto i cavi dell'alta tensione.
La salita diventa ripida poi, con minore pendenza, raggiungiamo una casa (m. 1205).
In piano la aggiriamo sulla sinistra; con una passerella a griglia superiamo il tubo, passiamo davanti alla casa con un sentiero e poi, con un'altra passerella identica alla prima, torniamo alla destra del tubo.
Pochi passi più avanti c'è una fontana con vasca sulla destra.
Passiamo sotto il tubo, lasciamo una baita alla nostra sinistra e arriviamo all'inizio dell'abetaia.

Troviamo subito un bivio e seguendo i bolli andiamo a destra in leggera salita.
Superiamo un rivolo che attraversa il sentiero. Su una roccia vediamo i segnavia n. 228 e n. 268.
In salita raggiungiamo un bivio (m. 1235). I segnavia indicano di andare a destra; in realtà possiamo anche continuare diritto in quanto le due tracce scorrono parallele e poi tornano ad unirsi.
Poco più avanti ignoriamo un sentiero che scende a sinistra.
Saliamo ripidamente. Dopo una curva verso destra, attraversiamo una piccola radura.

Ci riavviciniamo alla tubazione e, ignorando un sentiero che prosegue passandoci sotto, giriamo a sinistra come indicato dai segnavia (m. 1305).
Continuiamo nel bosco in salita. Al bivio successivo andiamo a destra (m. 1320).
Vediamo un cartello che indica una "Zona a maggior tutela".
Percorriamo un tratto con minore pendenza per tornare poi a salire ripidamente con alcuni tornantini.
Superiamo un masso solitario sul quale sono stati dipinti i segnavia.
Più avanti la pendenza diminuisce e passiamo nuovamente sotto il grosso tubo (m. 1380).
Con un tratto allo scoperto passiamo anche sotto i cavi dell'alta tensione poi rientriamo nel bosco e torniamo a salire ripidamente.

Percorriamo un tratto con minore pendenza poi riprendiamo a salire ancora in modo ripido.
Il sentiero si sdoppia ma subito si ricongiunge.
Poi, in leggera salita, sfioriamo un torrente sulla destra e ci immettiamo su di una sterrata (m. 1455). I segnavia indicano a sinistra: Nero e Cernello; a destra: S. Antonio e Valgoglio; dietro: Bortolotti, S. Rocco, Bar Ristoro, Valgoglio. Una scritta in giallo su di un albero indica in Pizzo Pradella a sinistra.

Andiamo a sinistra, dapprima quasi in piano e poi in salita. Un cartello su di un albero indica i Laghi e Valgoglio nelle due direzioni di marcia.
Subito dopo troviamo un bivio. Andiamo diritto e attraversiamo un prato dove ci sono una panchina sulla destra e una fontana con vasca in legno a sinistra.
Torniamo tra gli alberi e alterniamo alcuni tratti in salita ad altri con minore pendenza.
Raggiungiamo una radura (m. 1535). Su un masso c'è una piccola croce e su un altro una targa a ricordo di uno sfortunato escursionista. Il sentiero si divide ed i segnavia indicano di andare a sinistra: Capanna Lago Nero a ore 1.30 (sent. 268), Capanna Cernello a ore 1.30 (sent. 228), Lago d'Aviasco a ore 2.30 (sent. 268), Val Sanguigno ore 4.30 (sent. 267).

In leggera salita raggiungiamo un gruppo di alberi. Sulla destra ci sono una grande roccia con una bassa grotta e altri macigni.
Torniamo a salire ripidamente e subito arriviamo ad un bivio. Andiamo a destra.
Tra alberi ormai radi, continuiamo con alcuni gradoni in pietra.
Superiamo vari tornanti.
Dopo un tornante sinistrorso, ci si para davanti un larice nato alla destra del sentiero e cresciuto in obliquo tanto da ostruirne parzialmente il passaggio (m. 1610).
Contorniamo ora una parete rocciosa, ripidamente e con alcuni gradini di roccia. A sinistra la vista si apre e regala un'ampia veduta sulla vallata.

Continuiamo con alcuni paletti che reggono due funi, a protezione, sulla sinistra.
Ad un bivio, lasciamo la traccia che continua diritta verso la tubazione e giriamo a destra. Saliamo alcuni gradini in pietra.
Dopo il successivo tornante, con sei gradini scavalchiamo il tubo e passiamo sotto i cavi dell'alta tensione (m. 1660).
Raggiungiamo due grandi rocce accostate una all'altra. Attorno ci sono vari cespugli di rododendro.
Davanti, tra gli alberi, cominciamo a vedere una grande cascata.
Superiamo un altro tornante, a sinistra, vicino al tubo e poi ripidamente raggiungiamo un grande masso piatto sulla sinistra, ottimo punto panoramico sulla cascata (m. 1720). E' d'obbligo sostare un attimo e scattare qualche foto.

Continuiamo ripidamente con alcuni gradini di pietra e ripassiamo accanto al tubo.
Saliamo con alcuni tornantini. A questo punto il tubo entra nella roccia (m. 1750). Davanti vediamo un traliccio bianco e rosso e la stazione di arrivo della funivia di servizio dell'Enel.
Ad un tornante destrorso troviamo delle protezioni a sinistra ed un cartello che mette in guardia da possibili piene improvvise chi volesse avventurarsi nella valletta a fianco. Continuiamo a zig-zag.
In alto su di un cucuzzolo vediamo la Capanna Giulia Maria alla sinistra di un traliccio.
Il fondo del sentiero ora è roccioso e a sinistra ci sono delle protezioni.
Poi in leggera discesa raggiungiamo il bivio che precede la casa dei guardiani delle dighe e altre costruzioni dell'Enel (m. 1800). In alto a destra vediamo le due dighe che chiudono i Laghi Sucotto e Cernello.
Il sentiero si divide e i segnavia indicano diritto con il sentiero 268: Capanna Lago Nero a ore 0.45, Lago D'Aviasco a ore 1.45; diritto con il sentiero 267: Valsanguigno ore 3.45; a destra con il sentiero 228: Capanna Cernello a ore 0.45.

Continuiamo diritto passando su di un ponticello in cemento e raggiungiamo l'ampio piazzale con i vari edifici di servizio delle dighe. Sulla sinistra c'è una croce in pietra. Davanti vediamo la condotta, ora di colore grigio chiaro, accompagnata sulla destra da un ripido camminamento. Ancora più a destra c'è invece il sentiero che dovremo percorrere che sale con alcuni tornanti.
Inizialmente percorriamo il camminamento in piano. Quando questo inizia a salire, troviamo un cartello indicante "sede non transitabile" che ci manda a destra sul sentiero.
Saliamo con vari tornanti. All'esterno di uno di questi, sinistrorso, si stacca un sentiero che, quasi in piano, porta alla diga del Lago Sucotto.
Continuiamo con il nostro sentiero passando accanto ad una grande parete di roccia. Troviamo una targa a ricordo di un escursionista.
Passiamo sotto il camminamento e sopra il tubo tramite un ponticello fatto con quattro assi di legno e corrimano in ferro (m. 1870).

Alla sinistra del tubo, saliamo ripidamente con una bella mulattiera selciata e poi con gradini di pietra.
Scavalchiamo un ruscelletto con un ponte in cemento.
Dopo un tornante a destra, proseguiamo quasi in piano passando sotto i cavi della funivia di servizio dell'Enel.
Ci avviciniamo al tubo e saliamo ripidamente a zig-zag camminando sotto i cavi.
Poco dopo torniamo a vedere davanti a noi la Capanna Giulia Maria.
Quasi in piano arriviamo ad un bivio e andiamo a sinistra per aggirare un dosso sul quale è piazzato un traliccio.
Subito torniamo a salire poi, camminando in una vallecola con minore pendenza, arriviamo ad un bivio. Un cartello indica verso destra la Capanna Lago Nero. A sinistra invece una breve salita conduce alla Capanna Giulia Maria.
Andiamo a destra in salita e raggiungiamo un baitello sulla cui facciata è indicato l'anno di costruzione: 1920.

Seguiamo un muretto alla nostra sinistra e poi saliamo alcuni gradini e arriviamo ad un altro edificio. Dalla destra arriva il ripido camminamento.
Giriamo a sinistra e, in piano, seguiamo il tubo che scorre in una vallecola alla nostra sinistra e poi entra in una casa e ne esce dalla parte opposta.
Davanti, in alto, vediamo la diga che chiude il Lago Nero mentre il tubo continua a scorrere alla sinistra del sentiero.
Poco dopo troviamo alla sinistra un piccolo lago e, più avanti sulla destra, il rifugio Capanna Lago Nero tel. 329 1377183 (m. 1970).

Lasciato a destra il rifugio, con una passerella metallica superiamo il tubo e passiamo alla sua sinistra.
Giriamo a destra e iniziamo a salire verso la diga che chiude il Lago Nero.
Da sinistra arriva un sentiero. Due frecce su di una pietra indicano da quella parte la Capanna Giulia Maria e alle nostre spalle il Rifugio Lago Nero.
In leggera salita passiamo sotto i cavi della funivia di servizio dell'Enel. Un cartello avverte di prestare attenzione a piene improvvise.
Saliamo in modo abbastanza ripido alla sinistra del canale dove scorre l'acqua quando viene scaricata dalla diga.
Lasciamo una pozza alla sinistra e raggiungiamo il muraglione della diga (m. 2013). I segnavia indicano davanti: Lago d'Aviasco a ore 0.45 (sentiero 268); a sinistra: Val Sanguigno Rifugio Gianpace a ore 3 (sentiero 267); dietro: Capanna Lago Nero a ore 0.15 (sentiero 268), Valgoglio a ore 2.

Lasciate a destra la diga e la stazione di arrivo della funivia, continuiamo diritto su di un ampio sentiero. Alla destra oltre un terrapieno c'è il Lago Nero.
In leggera salita iniziamo ad aggirare il lago lungo la sponda sinistra.
Continuiamo in modo abbastanza ripido, verso una insellatura ma, prima di raggiungerla, giriamo a destra ed entriamo in un canalino roccioso che risaliamo con poca pendenza.
Proseguiamo poi tra erba e pietre dapprima in leggera salita e poi quasi in piano. Davanti cominciamo a vedere la diga e il Lago Aviasco.
Con una breve salita e una altrettanto breve discesa raggiungiamo la diga (m. 2063). A sinistra spicca la piramide del M. Pradella, davanti oltre il lago vediamo il Passo Aviasco e alla destra il Monte Cabianca.


    
    
    
  • Nazione: Italia
  • Ubicazione: Val Goglio
  • Provincia: Bergamo
  • Comune: Valgoglio
  • Altezza: m. 2062
  • Latitudine: 46°00'00" N
  • Longitudine: 9°51'40"E
  • Carta Kompass: 104 B4
  • Lunghezza: m. 680
  • Larghezza: m. 200
  • Tipo: naturale ampliato
  • Tempo: 3 ore
  • Dislivello: m. 924
  • Difficoltà: escursionistica
Escursione effettuata nel mese di ottobre 2009
aquila = escursione molto lunga
Escursione
lunga e faticosa
    

    
Note a margine: il Giro dei 5 laghi

Il Giro dei 5 laghi


In questa pagina ho descritto come raggiungere il Lago Aviasco. In un'altra pagina invece come arrivare al Lago Sucotto.
Questi due laghi si trovano lungo il cosiddetto circuito dei cinque laghi (che in realtà però sono sei).
Facendo il giro in senso antiorario orario troveremo nell'ordine: Lago Sucotto, Lago Cernello, Laghi Campelli inferiore e superiore, Lago Aviasco e Lago Nero.
Da Bortolotti (m. 1139) saliamo fino al bivio che precede la casa dei guardiani delle dighe (m. 1800). Qui inizia il giro.
Andiamo a destra e raggiungiamo dapprima la diga e poi il Lago Sucotto (m. 1850).
Aggirato il lago sulla destra, riprendiamo a salire e arriviamo al Rifugio Baita Cernello che precede di poco il secondo lago, il Cernello (m. 1958).
Lasciamo a destra il sentiero 230 che sale al Monte Madonnino (m. 2502) e, seguendo il segnavia 229, attraversiamo la diga.
Superiamo un valloncello camminando su sfasciumi e risaliamo una gradinata che sembra scavata nella roccia aiutati da alcune catene fisse.
Successivamente raggiungiamo il versante sud del piccolo Lago Campelli Basso (m. 2035), l'unico sprovvisto di diga e lo costeggiamo per poi risalire con alcuni tornanti verso un punto panoramico.
Continuiamo passando tra il Lago Nero (m. 2008) un po' discosto alla sinistra e il Lago Campelli Alto (m. 2046) alla destra.
Raggiunto il Lago Nero, ne costeggiamo il lato nord e poi superiamo un dosso aiutati da alcuni gradini e da catene.
Ora alla sinistra c'è un valloncello roccioso nel quale scorre dell'acqua che esce dalla diga del Lago di Aviasco (m. 2070).
Poco dopo, passiamo accanto ad una garitta e lo raggiungiamo. A mio parere questo è il lago più bello.
Abbandoniamo il sentiero 229 che sulla destra inizia ad aggirare il lago e sale al Passo di Aviasco (m. 2289) oltre il quale si può scendere al Lago Colombo (m. 2046) e successivamente ai Laghi Gemelli (m. 1953).
Percorriamo il camminamento sopra la diga ammirando il Monte Pradella (m. 2626) che si staglia davanti.
Poi giriamo a sinistra e superato un valloncello, costeggiamo il versante sudovest del Lago Nero.
Lasciata a sinistra la diga, ignoriamo sulla destra il sentiero 267 che scende in Val Sanguigno e continuando diritto scendiamo al Rifugio Capanna Lago Nero e successivamente alla casa dei custodi dove chiudiamo l'anello.
Ora non ci resta che scendere a Bortolotti dove avevamo lasciato la macchina.
Il tutto in circa sei ore di cammino.
    

    
    

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