Lago del Ghiacciaio di Fellaria Orientale
    

FELLARIA

Il Ghiacciaio di Fellaria è situato in Valmalenco (SO) a monte del Lago di Gera e del Rifugio Bignami (tel. 0342 451178).
Per raggiungere il lago, dal rifugio si prosegue seguendo il Sentiero Glaciologico Marson verso la lingua orientale del ghiacciaio.
Il lago si trova in una conca morenica, appoggiato al ghiacciaio e ne raccoglie le acque di fusione sulle quali galleggiano dei piccoli iceberg.
Lungo il cammino troviamo dei pannelli esplicativi. In particolare da uno di questi (datato 2016) possiamo apprendere l'evoluzione progressiva del paesaggio che ha portato alla formazione del lago negli anni 2010-2015.
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- Ritiro della lingua glaciale a monte di una contropendenza.
- Formazione di coni di sabbia.
- Formazione di un lago in destra idrografica.
- Formazione di un lago in sinistra idrografica.
- Riduzione delle dimensioni del primo lago: laghi indipendenti con livelli idrici autonomi.
- Distacco della base della lingua dal substrato roccioso e contatto delle acque dei due laghi.
- Galleggiamento della lingua e frantumazione accelerata del ghiaccio.
- Rilascio nelle acque di numerosi iceberg.
- Distacco della lingua dal dosso roccioso con sviluppo di un canale tra i due laghi.
- Formazione di una falesia immersa nel lago.
- Crescita di un unico lago disseminato di iceberg.
- Ulteriore arretramento e assottigliamento della fronte e della falesia.
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Ho scattato le foto nel mese di agosto 2019. Mi pare evidente che tornandoci fra qualche anno (o forse anche solo il prossimo) lo scenario apparirà molto diverso e forse irriconoscibile.

Come arrivare:
Lasciamo la statale 38 all'uscita per Sondrio centro (km. 35.4).
Dopo un rettilineo lungo un chilometro e mezzo, ad una rotonda giriamo a sinistra e prendiamo la provinciale 15 con la quale risaliamo la Val Malenco.
Al km. 13.5 deviamo a destra. Superate Lanzada e Franscia, proseguiamo per km. 6.3 e con vari tornanti saliamo a Campo Moro dove troviamo un parcheggio davanti al Rifugio Poschiavino e sottostante il Rifugio Zoia.
Proseguiamo per un altro chilometro. Attraversiamo l'ultima galleria e raggiungiamo un grande parcheggio nel quale lasciamo la macchina. Fin qui la strada è interamente asfaltata.
Davanti vediamo la grande diga che chiude il Lago di Gera; alla sinistra oltre una staccionata c'è un'area sosta con tavoli e panche; alla destra una sterrata chiusa da una stanga sale fino i piedi della diga. I segnavia indicano diritto: Giro lago ore 2.30, Alpe Val Poschiavina a ore 1, Rif. Bignami - Alpe Fellaria a ore 1.

La strada diventa sterrata (m. 2015).
Poco dopo troviamo una stanga abbassata, una bacheca con una cartina e dei segnavia identici ai precedenti ma con l'aggiunta del Bivacco Anghileri Rusconi.
In leggera salita passiamo sotto ad alcuni cavi. Continuiamo quasi in piano con due semicurve sinistra-destra. Alla destra, dell'acqua scorre in un canalino.

Proseguiamo con poca pendenza. Presso una curva verso sinistra prendiamo un sentiero che si stacca alla destra. Alla sinistra c'è un muro di cemento (m. 2035).
Saliamo otto gradini di cemento accompagnati alla destra da un corrimano di ferro.
Il sentiero continua con dei zig-zag: dx-sx-dx-sx, rinforzato da muretti di sostegno con pietre a secco.
Superiamo un altro zig-zag sinistra-destra. Proseguiamo in modo abbastanza ripido ed entriamo nel bosco (m. 2055).
Dopo un breve tratto con poca pendenza, saliamo alcuni rudimentali gradini di pietra.
Aggiriamo una roccia alla destra (m. 2065).
Dopo un breve tratto quasi in piano riprendiamo a salire.
Superiamo una curva verso sinistra (m. 2070).
Un segnavia indica Campo Moro dietro di noi (m. 2075).
Continuiamo con poca pendenza su di una sterrata. Alla sinistra c'è una roccia montonata. Davanti vediamo la diga.
Quasi in piano pieghiamo leggermente a destra ignorando la ripidissima scorciatoia che prosegue diritto (m. 2080).
Poco dopo saliamo in modo abbastanza ripido. Superiamo una serpentina destra-sinistra.

Lasciamo a destra uno slargo e proseguiamo, quasi in piano, con una curva verso sinistra, su una larga sterrata (quella che inizia alla destra, chiusa da una stanga, nel sottostante parcheggio).
Passiamo accanto a un pannello con una cartina della Valmalenco.
Presso un tornante destrorso un segnale stradale indica il divieto di transito ai veicoli. La strada diventa agro-silvo-pastorale e procede in leggera salita, con il fondo in cemento (m. 2100).
Alla destra ci sono delle protezioni metalliche che terminano al successivo tornante sinistrorso (m. 2105).
Continuiamo in salita con le protezioni alla sinistra.
Presso un ampio tornante destrorso lasciamo a sinistra una casa di servizio alla diga.

Percorriamo un lungo camminamento con il quale risaliamo la diga in diagonale. Alla destra ci sono delle robuste protezioni.
Giunti in fondo giriamo a sinistra e ci troviamo in cima alla diga (m. 2128). I segnavia indicano
- a sinistra percorrendo il camminamento sopra alla diga: Rif. Bignami a ore 1, Bocchetta di Caspoggio E.E.A. a ore 2.50, Rif. a ore 3.40;
- diritto con il percorso AV (Alta Via) 301-305: A. Val Poschiavina a ore 0.30, A. Gembré a ore 1.10, Giro del Lago ore 3, Bivacco Anghileri Rusconi;
- dietro con il percorso 342: Campo Moro a ore 0.30, Franscia, Lanzada.
Possiamo scegliere se attraversare la diga e salire alla sinistra del lago lungo le pendici orientali del Sasso Moro (come di seguito descritto), oppure proseguire diritto sull'altro lato del lago e facendo un giro più lungo. Naturalmente i due percorsi si possono unire ad anello.

Andiamo a sinistra e percorriamo i 530 metri del camminamento sopra alla diga. La pavimentazione è fatta con sampietrini ed è solcata da due binari per far scorrere un carro ponte. Ai lati ci sono robuste protezioni. Alla sinistra vediamo il Lago di Campo Moro e alla destra il Lago di Gera. In alto a destra sono già visibili il Rifugio Bignami e il Ghiacciaio di Fellaria.
Passiamo sotto al carro ponte e arriviamo in fondo dove troviamo una santella, con la statuetta di una madonna, chiusa da una grata. In alto c'è la data in cifre romane III.X.MCMLXIV. Un cartello elenca le norme di transito sul coronamento. Giriamo a destra.

Alla sinistra abbiamo una parete in cemento e alla destra una cabina per l'energia elettrica. Un cartello segnala il pericolo di caduta massi.
Continuiamo con un sentiero sterrato. Alla sinistra c'è una parete di roccia; alla destra ci sono dei paletti di ferro che reggono due cavi.
Poco dopo alla destra troviamo delle protezioni più robuste, in ferro, dipinte di grigio. Il fondo alterna tratti in cemento ad altri su sterrato.

Proseguiamo in salita su sterrato (m. 2135). Alla destra torniamo ad avere i paletti di ferro con due cavi. Ogni tanto saliamo un gradino di legno.
Terminate le protezioni, superiamo una semicurva verso sinistra (m. 2145).
Presso un tornante sinistrorso vediamo un segnavia a bandierina rosso-bianco-rosso dipinto su di una roccia (m. 2150).
Dopo aver superato un tornante destrorso alla destra ricominciano le protezioni con paletti di ferro e due cavi.
Continuiamo con due curve sinistra-destra, in leggera salita e senza protezioni verso il lago (m. 2170).
I paletti di ferro con due cavi ricominciano.
Quasi in piano percorriamo una curva verso sinistra molto ampia (m. 2175).

Proseguiamo in discesa.
In leggera discesa superiamo una curva verso destra (m. 2170).
Subito dopo scendiamo sedici gradini di legno e alcuni gradini di pietra.
Percorriamo un breve tratto quasi in piano.

In leggera salita attraversiamo un ruscello (m. 2160).
Superiamo una semicurva verso sinistra.
Quasi in piano, presso una curva verso destra, attraversiamo il letto in secca di un torrente (m. 2165).
Aggiriamo alla sinistra una roccetta affiorante dal sentiero.
Alla sinistra ci sono alcuni massi.

Riprendiamo a salire attorniati da radi larici (m. 2170).
Percorriamo un'ampia semicurva verso destra (m. 2175).
Quasi in piano superiamo una curva verso sinistra (m. 2195).
Presso una curva verso destra attraversiamo il letto di un torrente che troviamo asciutto.
Percorriamo un breve tratto in leggera salita seguito da un altro in leggera discesa.
Superiamo una semicurva verso sinistra.

In leggera salita, iniziamo un lungo traverso a mezza costa attorniati da pietre, erba e qualche larice mentre alcuni rivoli attraversano il sentiero.
Vediamo un segnavia a bandierina su di una pietra (m. 2230).
Continuiamo quasi in piano. Di tanto un tanto, troviamo qualche larice che ombreggia un poco l'assolato cammino (m. 2240).
Presso una semicurva verso destra attraversiamo il letto di un torrente in secca.
Su di una roccia vediamo un segnavia a bandierina. Saliamo in modo abbastanza ripido.

Proseguiamo in lievissima discesa (m. 2250). Alla destra il pendio scende ripidamente verso il lago e solo per un breve tratto ci sono delle protezioni.
Torniamo a salire in modo abbastanza ripido.
Aggiriamo alla destra delle rocce (m. 2255).
Continuiamo con poca pendenza (m. 2260).
Un rivolo attraversa passando sotto alcune pietre.

Quasi in piano percorriamo una curva verso sinistra seguita da una verso destra presso la quale attraversiamo un torrente (m. 2265).
Dopo un tratto in salita continuiamo quasi in piano.
In leggera salita, percorriamo un tratto bagnato da un rivolo che poco più avanti vediamo scendere dalla sinistra.
Superiamo una semicurva verso sinistra seguita da alcuni serpentine appena accennate (m. 2275).
Percorriamo un tratto in lievissima discesa.

Quasi in piano passiamo sotto una roccia sporgente (m. 2285).
Dopo un breve tratto in leggera discesa riprendiamo a salire. In questa zona alcuni rivoli bagnano il sentiero.
Continuiamo con poca pendenza. Un rivolo attraversa il sentiero scorrendo dentro una canalina di pietre (m. 2290).
Proseguiamo in salita e troviamo altri rivoli che attraversano il sentiero (m. 2300).
Presso una semicurva verso sinistra, alcune pietre formano dei rudimentali gradini (m. 2320).

Terminato il lungo traverso percorriamo un tornante sinistrorso. Su di una roccia vediamo un segnavia a bandierina (m. 2325).
Ora camminiamo tra erba e qualche pietra. In alto a destra, per un attimo vediamo una parte del Rifugio Bignami.
Continuiamo in modo abbastanza ripido. Sulla roccia vediamo un segnavia a bandierina (m. 2340).

Percorriamo un tornante destrorso (m. 2360).
Davanti, solo per pochi passi, vediamo uno spigolo del rifugio.
Il sentiero è bagnato da un rivolo che, poco più avanti, scola da una roccia sulla quale ci sono una freccia e il triangolo giallo dell'Alta Via (m. 2370).
Lasciamo a sinistra un grande masso obliquo.
Davanti vediamo il rifugio. Con un tratto in salita seguito da uno con poca pendenza lo raggiungiamo (m. 2385).

Il Rifugio Bignami

Il Rifugio Bignami

Alla sinistra del Rifugio Bignami troviamo un pannello che parla del sentiero glaciologico L. Marson. C'è anche una palina con dei segnavia che indicano
- diritto con il sentiero AV 305 var.: A. Gembré a ore 0.50, A. Val Poschiavina a ore 1.30, Passo Confinale a ore 2.20;
- a sinistra con il sentiero AV 301-305: Sentiero Glaciologico L. Marson, Bocchetta di Caspoggio E.E.A. a ore 1.50, Rif. Marinelli a ore 2.40;
- dietro con il sentiero AV 301-305:  Diga di Gera a ore 0.40, A. Val Poschiavina a ore 1.10, Campo Moro a ore 1.20.
Andiamo a sinistra in salita.

Quasi in piano, lasciamo a sinistra un grande ometto e attraversiamo un torrente agevolati dalla presenza di pietre affioranti dall'acqua.
Proseguiamo con un sentiero in leggera salita tra erba e pietre. Alla sinistra c'è un masso con i bolli.
Un rivolo passa sotto a delle pietre.

Raggiungiamo l'Alpe Fellaria. Prima delle baite troviamo un cartello giallo sul quale leggiamo: "Alta Via - Tappa 6 - Alpe Felleria (m. 2401). Davanti: Rifugio Marinelli Bombardieri (m. 2813 - h. 3.00); dietro: Rifugio Bignami".
Lasciamo a destra alcune baite ben ristrutturate e una fontana.
Passiamo accanto a un pannello intitolato: "Ma dove era l'Alpe Fellaria? Come era vista e cartografata dal XVII al XIX secolo."
Troviamo un'altra baita, dei ruderi e altri due pannelli: quello a sinistra parla della lavorazione del latte, quello a destra dei maggenghi e degli alpeggi.
In salita arriviamo al termine dell'alpeggio (m. 2415).
Percorriamo un tratto con poca pendenza, uno quasi in piano e uno in leggera discesa.

Quasi in piano arriviamo a una biforcazione (m. 2425). I segnavia indicano a sinistra con il Sentiero  AV 305 var. (che ignoriamo): Forcella di Fellaria a ore 1.30, Rif. Carate a ore 2.20. Alla destra ci sono due sentieri e il torrente. Il primo sentiero scende verso un guado oltre il quale vediamo una palina con altri segnavia. Prendiamo il secondo sentiero che prosegue con un tratto quasi in piano, uno in leggera discesa e uno in leggera salita. Poi giriamo a destra e tramite un ponticello realizzato con quattro tronchi squadrati attraversiamo il torrente, pieghiamo leggermente a destra e continuiamo dapprima quasi in piano e poi in leggera salita.
Raggiungiamo la palina e un trivio. Qui segnavia indicano
- a sinistra con il sentiero AV 301-305: Bocchetta di Caspoggio E.E.A. a ore 1.40, Rif. Marinelli a ore 2.30;
- a destra con il sentiero AV 301-305: Rif. Bignami a ore 0.10, Campo Moro a ore 1.30;
- diritto con il sentiero Glaciologico L. Marson: Ghiacciaio Fellaria a ore 1.20.
Vediamo anche un bollo azzurro. Continuiamo diritto verso il ghiacciaio.
Quasi in piano pieghiamo a destra.

In leggerissima discesa raggiungiamo un altro pannello del Sentiero Glaciologico L. Marson che parla dei mutamenti del ghiacciaio da 2000 anni fa a oggi (m. 2430).
Continuiamo seguendo i bolli azzurri e i triangoli gialli dell'Alta Via.
Quasi in piano percorriamo una curva verso sinistra. Per alcuni metri costeggiamo un ruscelletto poi lo attraversiamo verso destra su di un ponticello realizzato con quattro tronchi squadrati.
Superiamo un rivolo che scorre sotto una pietra.

Raggiungiamo un'altra palina con dei segnavia che indicano, diritto: Laghetto di Fellaria [è quello occidentale, segnalato anche da una freccia e dalla lettera "A"] a ore 0.40, Ghiacciaio Fellaria a ore 1.10, Passo Marinelli Or. E.E.A; a destra: Sentiero glaciologico L. Marson. Andiamo a destra, quasi in piano, tra erba e pietre.
Passiamo accanto a una freccia azzurra che indica le due direzioni.
Dopo pochi passi in discesa, proseguiamo in salita.
Superiamo una curva verso destra.
Ancora alcuni passi in discesa e riprendiamo a salire.
Percorriamo due semicurve destra-sinistra.
Davanti a un grosso masso superiamo uno zig-zag destra-sinistra (m. 2455).
Percorriamo una curva verso sinistra seguita da uno zig-zag destra-sinistra.
Superiamo un'altra curva verso sinistra.

Troviamo un cartello con la scritta: "Morena tardiglaciale (8000 a.C. circa)".
Proseguiamo diritto, prevalentemente quasi in piano tra le pietre, seguendo frecce e bolli azzurri.
In basso alla destra vediamo il Lago di Gera.
In lievissima discesa riprendiamo il sentiero (m. 2470).

Seguendo delle tracce attraversiamo un'altra pietraia al termine della quale riprendiamo il sentiero (m. 2465).
Percorriamo un tratto quasi in piano (m. 2460), uno in discesa e uno in leggera discesa.
Torniamo a camminare quasi in piano. Alla sinistra abbiamo una ripida parete di roccia verticale (m. 2455).
Continuiamo con un tratto in discesa, uno quasi in piano e uno in salita sempre costeggiando la parete.

Troviamo un cartello che indica il punto in cui arrivava il ghiacciaio nel 1860 circa.
Ora alla sinistra ci sono delle catene fissate alla roccia, utili in caso di neve.
Al termine delle catene (m. 2470) continuiamo dapprima in leggera discesa e poi quasi in piano.
Percorriamo un tratto tra le pietre.

Poco dopo saliamo ripidamente. Vediamo una freccia e la lettera "B" azzurra.
Continuiamo quasi in piano con la parete alla sinistra. Lasciamo a destra un masso (m. 2485).
Percorriamo alcune serpentine: dx-sx-dx, in leggera discesa su sfasciumi.

Dapprima quasi in piano e poi in salita attraversiamo una pietraia.
Un rivolo scorre tra le pietre.
Percorriamo pochi passi quasi in piano tra erba e pietre.
Dopo una curva verso destra proseguiamo in discesa e dopo una curva verso sinistra vediamo una freccia azzurra e la lettera "B" su di una pietra.
Percorriamo solo pochi passi in salita e torniamo a scendere.

Quattro frecce indicano i sentieri "A" e "B".
Quasi in piano raggiungiamo un altro pannello che spiega cosa siano il "masso erratico" e la "roccia montonata". In alto, alla sinistra e al centro, vediamo due lingue di ghiaccio.
Con lievi saliscendi attraversiamo una conca morenica.

Superiamo un ruscello passando su di un ponticello realizzato con quattro tronchi squadrati. Continuiamo con poca pendenza.
Pieghiamo a destra.
Camminiamo su delle lastre di roccia.
Una freccia ci manda a destra, quasi in piano (m. 2495).
Troviamo un ometto e un'altra freccia. Percorriamo un tornante sinistrorso e riprendiamo a salire.
Continuiamo con poca pendenza camminando su di un lastrone di roccia.
Superiamo due curve destra-sinistra.

Ponticello

Ponticello

In leggera discesa raggiungiamo un masso con un cartello sul quale leggiamo: "Segnale riva del 1947 (fronte a 25 metri)". Più sotto vediamo scorrere un irruento torrente (m. 2500).
Una freccia indica a sinistra il sentiero "B"; noi continuiamo diritto in discesa verso un ponticello.
Per un breve tratto scendiamo ripidamente poi continuiamo su rocce montonate, in discesa verso il ponticello.
Dopo una curva verso sinistra lo raggiungiamo (m. 2490). Lo attraversiamo camminando su assicelle di legno, protetti ai lati da sponde di ferro dipinte di giallo.
Sull'altra sponda, riprendiamo a salire tra pietre tondeggianti e subito pieghiamo a destra seguendo i bolli.
Poi pieghiamo a sinistra.

In modo abbastanza ripido iniziamo a risalire un contrafforte tra due vallette (m. 2510).
Troviamo vari ciuffetti di erba iva (achillea muschiata).

Raggiungiamo un masso con un cartello sul quale leggiamo: "Masso spaccato dall'azione ciclica del gelo e disgelo, secondo il fenomeno detto crioclastismo" (m. 2520).
Passiamo accanto a un masso sormontato da alcune pietre che formano un ometto (m. 2550).
Poco dopo, troviamo una traccia tra le pietre e la seguiamo camminando su fondo sabbioso. Vediamo qualche bollo.
Con poca pendenza percorriamo alcuni passi verso destra (m. 2570).
Superiamo una curva verso sinistra e riprendiamo a salire.

Raggiungiamo un pannello che parla degli "elementi morfologici di formazione del paesaggio in una valle glaciale" (m. 2580).
Continuiamo tra massi e pietre.
Un segnavia azzurro ci indirizza verso destra dove troviamo delle tracce di sentiero seguendo le quali pieghiamo a sinistra.
Con poca pendenza camminiamo su di una larga roccia liscia.
Proseguiamo tra pietre e qualche ciuffo d'erba.

Particolare del ghiacciaio e del lago

Particolare del ghiacciaio e del lago

Poco dopo, davanti, più in basso, vediamo il lago e ci fermiamo un attimo per ammirarlo rapiti da tanta bellezza (m. 2595).
Cominciamo a scendere verso il lago. Inizialmente in leggera discesa seguiamo tracce di sentiero in una pietraia.
Percorriamo una curva verso sinistra passando tra due massi sormontati da pietre che formano degli ometti (m. 2585).
Attraversiamo un rivolo.
Quasi in piano seguiamo delle tracce tra le pietre.

Con pochi passi prima in discesa e poi in salita raggiungiamo un altro pannello esplicativo e illustrativo sulla formazione del paesaggio.
Continuiamo a scendere su tracce sabbiose, attorniati da pietre.
Per alcuni metri alla destra ci accompagna un ruscello (m. 2565).
Con un ultimo tratto in libera discesa sulla sabbia morenica raggiungiamo il bordo meridionale del lago. Sulla sponda opposta, oltre il lago vediamo le due gallerie scavate nel ghiacciaio dai torrenti originati delle cascate soprastanti.
Costeggiando il lago verso sinistra (ovest) possiamo avvicinarci fin quasi ad arrivare alla galleria di sinistra (m. 2550).


    
    
    
  • Nazione: Italia
  • Ubicazione:Valmalenco
  • Provincia: Sondrio
  • Comune: Lanzada
  • Altezza: m. 2550
  • Latitudine: 46°20'41"N
  • Longitudine: 9°57'45"E
  • Carta Kompass: 93 C4
  • Lunghezza: m. 400 aprox
  • Larghezza: m. 100 aprox
  • Tipo: naturale
  • Tempo: ore 3
  • Dislivello: m. 655-120
  • Difficoltà: escursionistica
Escursione effettuata nel mese di agosto 2019
orso = escursione lunga
Escursione
abbastanza lunga
    

    
    

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