Lago del Gleno
    

GLENO

Il Lago del Gleno è situato in Val di Scalve nella parte iniziale di una lunga vallata che risale a nord verso l'omonimo monte (m. 2882) e i Passi Bondione (m. 2680) e Belviso (m. 2518).

Il primo dicembre 1923 alle ore 7.15 le dieci arcate centrali della diga del Gleno cedettero trascinando a valle sei milioni di metri cubi d'acqua, fango e detriti.
La furia si abbatté sugli abitati di Bueggio, Dezzo, Gorzone, Boario e Corna di Darfo e dopo 45 minuti terminò la sua corsa nel Lago d'Iseo lasciandosi dietro 356 morti e immani disastri.
Attualmente rimangono i due tronconi laterali, uniti da un piccolo muro realizzato allo scopo di impedire il totale deflusso dell'acqua.

Come arrivare:
Scendendo dal Passo della Presolana (m. 1297) in Val di Scalve, ignoriamo la deviazione sulla sinistra per Colere e, superata Dezzo, raggiungiamo dapprima Vilminore e successivamente la frazione di Pianezza.
Lasciamo la macchina in Piazza Andrea Baroncelli accanto alla chiesa dove notiamo che l'orologio del campanile ha una sola lancetta e sul suo quadrante sono rappresentate solo sei ore (m. 1255).

Ci incamminiamo, alla sinistra della chiesa, verso le stradine dell'abitato.
All'imbocco di Via Bet, lasciamo a sinistra una fontana con vasca e troviamo il primo cartello che recita: CAI N. 411, Diga del Gleno a ore 1, Passo Belviso a ore 4, Rifugio Tagliaferri a ore 4.30.
Giriamo subito a destra in un vicoletto all'inizio del quale un altro cartello riporta le seguenti indicazioni: Osservatorio Pagarulì a ore 1, Diga del Gleno a ore 1.10, Passo Belviso a ore 4.10, Rifugio Tagliaferri a ore 4.40.
Usciti dall'abitato troviamo un segnavia a forma di braccio che indica verso destra la Diga del Gleno.

Iniziamo a salire con una mulattiera a gradini. Alla sinistra ci sono dei paletti di legno che reggono un cavo e alla destra una siepe.
Passiamo poi tra un pollaio ed un prato.
In seguito alla sinistra ci accompagnano ancora i paletti con il cavo. Da questo lato il panorama mostra una bella veduta della Presolana.
Ora le recinzioni sono da entrambi i lati allo scopo di evitare che gli escursionisti calpestino i prati circostanti. Attorno ci sono anche alcuni alberi (m. 1275).

Ci addentriamo in un bosco (m. 1295) e lo attraversiamo in leggera salita con un ampio sentiero. Di tanto i tanto troviamo una canalina per lo scolo dell'acqua.
Vediamo una costruzione in altro a sinistra. Poi usciamo dal bosco e seguendo una staccionata raggiungiamo una casa situata in bella posizione panoramica (m. 1320).
Lasciato a sinistra l'edificio, ci immettiamo su di una stradina e andiamo a destra, quasi in piano su sterrato. Alla sinistra ci sono un muro di rinforzo e un cancello in legno sul quale un cartello indica: "La Purcio de Bet".
Ora alla sinistra c'è un prato.
Poi entriamo in un bosco. Su di una pietra vediamo il segnavia a bandierina n. 411.

Raggiungiamo uno slargo (m. 1330) e vi troviamo un'edicola con alcuni cartelloni che parlano della volpe, della donnola e della lepre.
Subito dopo arriviamo ad un bivio. I segnavia indicano a sinistra: Passo del Belviso a ore 4, Rifugio Tagliaferri a ore 4.30, Diga del Gleno a ore 1, Baita Napoleù a ore 0.45, Osservatorio Pagarulì a ore 0.50.
Andiamo a sinistra in salita, agevolati da alcuni gradini di legno o camminando su delle radici affioranti.
Dopo pochi passi arriviamo ad un altro bivio e, seguendo il segnavia a bandierina, andiamo a sinistra addentrandoci in una fitta pineta (m. 1335).
Ben presto il percorso si divide nuovamente e, accanto ad un cartellone con la cronistoria della diga, alcuni segnavia indicano a sinistra con il sentiero 411: Diga del Gleno, Osservatorio Pagarulì, Passo Belviso, Rifugio Tagliaferri; diritto con il sentiero 411/A: Baita Napoleù.
Andiamo a sinistra con dei gradini e con minore pendenza.
Troviamo sulla destra, una dopo l'altra, due vasche di pietra (m. 1350).
Poi i gradini terminano e la pendenza aumenta.

Percorriamo un ampio tornante destrorso con delle protezioni di legno alla sinistra (m. 1370).
Poi iniziamo a salire a zig-zag (m. 1385) accompagnati, tra un tornante e l'altro, da una serie di quattro protezioni con corrimano. Un questo punto gli alberi del bosco sono un poco più distanti dal percorso.
Per la prima volta passiamo alla destra di un grosso tubo di colore verde, la condotta che proviene dalla diga (m. 1395). Il bosco termina.

Dopo due tornanti passiamo nuovamente accanto alla condotta (m. 1405).
Saliamo alcuni gradini realizzati con dei tronchetti di legno.
Superiamo altri due tornanti e ripassiamo accanto al tubo (m. 1415). Ora attorno ci sono degli alberelli.
Altri due tornanti e torniamo a transitare alla destra della condotta (m. 1420). Qui c'è anche un palo di legno che sostiene un cavo. Proseguiamo tra pini mughi.
Dopo altri due tornanti un sentiero che fa da scorciatoia si innesta dalla sinistra (m. 1430).
Superiamo un'altra coppia di tornanti sinistra-destra e poi rientriamo nel bosco (m. 1440).
La pendenza aumenta e, dopo un'altra coppia di tornanti, il fondo della mulattiera diventa lastricato (m. 1455).
Percorriamo altri tre tornanti poi la pendenza diventa abbastanza ripida (m. 1470).

Sulla sinistra vediamo un capriolo scolpito nel legno.
Subito dopo, tramite una passerella con due parapetti di ferro ai lati, scavalchiamo la condotta (m. 1485).
Ora la pendenza diminuisce e gli alberi diventano più radi.
Dopo un ampio tornante destrorso (m. 1490) proseguiamo camminando su una lastra di pietra.
Poi entriamo in un fitto bosco. In alto a destra vediamo un casello dell'Enel raggiungibile con un sentiero (m. 1505).
Proseguiamo con rudimentali gradini di pietra.

Ora la condotta, che ci segue alla destra, è coperta dal cemento (m. 1515). Un ripido sentiero sale a destra. I segnavia indicano dietro: Pianezza a ore 0.30; davanti: Diga del Gleno a ore 0.30; a destra: Osservatorio Pigarulì a ore 0.20, Baita Napoleù a ore 0.50.
Proseguiamo quasi in piano. Alla destra c'è una grotta in fondo alla quale vediamo una porta metallica.
Poco più avanti un'altra porta si apre nella roccia.
Percorriamo un ampio tornante destrorso, in piano tra i larici, e cominciamo a vedere in lontananza il troncone di sinistra della diga.

Da questo punto in avanti il percorso è praticamente pianeggiante, a volte è scavato nella roccia e alla sinistra quasi sempre precipita verticalmente. Dei paletti di ferro con cinque cavi metallici, proteggono il lato a valle.
Passiamo sotto ad una roccia sporgente.
Percorriamo un tratto senza protezioni e una curva a destra (m. 1520). Qui non ci sono alberi e pertanto possiamo vedere il panorama sulla Presolana e sulla sottostante vallata nel lato opposto della quale distinguiamo il sentiero che sale da Bueggio.
Troviamo poi un rudere sulla destra e torniamo nel bosco che, in alcuni punti, lascia intravedere la diga.
Presso una curva a sinistra due ruscelli, uno dopo l'altro, scendono dalla parete alla destra. Non ci sono più alberi e alla sinistra ricomincia la protezione a valle.
Una roccia si protende sopra il sentiero. Una vecchia freccia rossa segnala un pericolo inesistente.
Troviamo un'altra roccia sporgente. Poco dopo ne troviamo un'altra ancora sotto la quale è stato collocato un cartellone che parla de "La via del Gleno storia e natura":

Dopo una curva a destra, torniamo a vedere la diga. In basso il torrente compie un salto e forma una pozza.
Pieghiamo ancora a destra per assecondare un ansa della montagna. Anche qui passiamo sotto una roccia.
Dopo una curva a sinistra, per un tratto camminiamo senza la protezione a valle.
Percorriamo un altro tratto accompagnati dal parapetto e poi, quando questo nuovamente termina, ignoriamo un sentiero che scende a sinistra, inizialmente con dei gradini di legno.

Poi la protezione torna a seguire il lato esposto del sentiero. In questo punto anche alla destra ci sono due corde sovrapposte, utili d'inverno quando l'acqua che scivola dalla roccia potrebbe diventare ghiacciata.
Troviamo uno spuntone di roccia alla sinistra seguito da pochi metri di parapetto e poi da un tratto senza protezioni che però ricominciano poco più avanti in un punto dove non c'è il precipizio. Ben presto però, alla nostra sinistra, il pendio torna a scendere in verticale.

Lasciamo a destra una baita e poco dopo ecco apparire lo squarcio della diga e i due tronconi laterali rimasti intatti.
Raggiungiamo la casa del custode e il basso muro di contenimento che ora chiude il varco in modo da trattenere una parte dell'acqua nel lago.
Una passerella di cemento con le sponde di ferro consente di superare l'emissario e portarsi sul lato sinistro del lago. Un sentiero alla destra della casa del custode consente invece di aggirarlo sulla sponda opposta.


    
    
    
  • Nazione: Italia
  • Ubicazione: Val di Scalve
  • Provincia: Bergamo
  • Comune: Vilminore
  • Altezza: m. 1530
  • Latitudine: 46°01'02"N
  • Longitudine: 10°04'33"E
  • Carta Kompass: 104 D4
  • Lunghezza: m. 260
  • Larghezza: m. 90
  • Tipo: artificiale
  • Tempo: 1.10 ore
  • Dislivello: m. 275
  • Difficoltà: escursionistica
Escursione effettuata nel mese di dicembre 2011
tartaruga = escursione breve
Escursione
adatta a tutti
    

    
    

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Questi sono alcuni dei laghetti
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