Lago Nero dello Spadolazzo
    

NERO [Spadolazzo]

Il Lago Nero è situato in una conca di origine glaciale, sul versante occidentale del Pizzo Spadolazzo (m. 2720).
Una diga sul lato nord, non più alta di due metri e sotto la quale passa un piccolo canale artificiale, ne regola il deflusso.
Lungo il sentiero C13 che conduce al lago, ci accompagnerà sempre la vista del sottostante Lago di Montespluga e delle cime sul versante opposto della valle: in primo piano il Monte Cardine (m. 2467) che separa la Val Loga dalla Val Schisarolo e poi, alla testata della valle, i Pizzi dei Piani (m. 3158), il Pizzo Ferrè (m. 3103) con il suo ghiacciaio, la Cima di Val Loga (m. 3004) e il Pizzo Tambò (m. 3274).

Come arrivare:
Con la statale 36, lasciata a destra la galleria che porta a Madesimo, continuiamo verso il Passo Spluga.
Dopo aver superato la diga del Lago di Montespluga, esattamente al km. 145, prendiamo una sterrata che si stacca sulla destra e la percorriamo solo per una diecina di metri (m. 1910).
Alla destra, un po' in dentro tra i prati vediamo un masso con una bandierina rosso bianco rossa e la scritta: Lago Nero. Accanto c'è una palina con una freccia verso l'alto e l'indicazione del sentiero C13 per il Lago Nero a ore 1.

Seguendo i primi segnavia a bandierina, che troveremo in gran numero lungo il cammino, prendiamo un piccolo sentiero che sale tra l'erba.
Più avanti giriamo a sinistra.
Dopo una diecina di metri quasi in piano, pieghiamo a destra e torniamo a salire tra erba e cespugli di rododendro.
Un altro piccolo sentiero, proveniente dalla sottostante sterrata, si immette dalla sinistra.
Pochi passi più avanti troviamo un masso sul quale, oltre ad un segnavia a bandierina, sono state dipinte delle frecce rosse con le punte rivolte a sinistra e dietro (m. 1940).
Dopo un tratto con poca pendenza, torniamo a salire e giriamo a destra. Scavalchiamo un ruscello che bagna il sentiero.

Con poca pendenza percorriamo un traverso, attorniati da vari cespugli di rododendro.
Scavalchiamo delle pietre situate nel sentiero (m. 1955).
Proseguiamo tra erba, rododendri e felci.
Dopo un tratto in leggera discesa ed un altro quasi in piano, riprendiamo a salire. Di tanto in tanto sentiamo il lacerante richiamo delle marmotte.
Percorriamo pochi passi quasi in piano e torniamo a salire.
Troviamo un masso, con il segnavia a bandierina e la scritta C13, sotto al quale vediamo un quadretto raffigurante una madonnina. Possiamo scavalcarlo oppure aggirarlo verso destra (m. 1980).
Proseguiamo in leggera salita tra i rododendri.

Guadiamo un torrente e poi riprendiamo a salire. In basso alla sinistra vediamo il ponte della provinciale sotto il quale una piccola parte del Lago Montespluga si espande verso destra nel valloncello delimitato dalla sterrata.
Lasciamo alla destra un grande masso (m. 1995).
Troviamo poi quattro pietre che formano dei rudimentali gradini.
Continuiamo con poca pendenza. In questo punto, nei prati attorno al sentiero, vediamo parecchi fiori di arnica che danno un bel tocco di colore giallo tra il verde dell'erba.
Riprendiamo a salire.

Lasciamo a sinistra una piccola pozza (m. 2425).
Proseguiamo in leggera salita tra pietre, erba e alcuni rododendri.
Quasi in piano, percorriamo una curva a destra molto ampia (m. 2040).
Scavalchiamo un rivolo che attraversa il sentiero.
Guadiamo un ruscello. Una pietra nel mezzo ne agevola il passaggio.
Una freccia rossa indica la direzione dalla quale proveniamo.

Su di un masso vediamo i bolli, l'indicazione del sentiero C13 e una freccia rossa con la punta a destra (m. 2045). Pertanto seguendo il sentiero saliamo a destra tra l'erba.
Ben presto la pendenza diventa ripida mentre il sentiero si divide in due tracce parallele che poco dopo si ricongiungono (m. 2065).
Con una curva a destra ci portiamo vicino al torrente. Il sentiero si divide e subito si ricompone (m. 2075).
Saliamo con delle serpentine. Il sentiero nuovamente si divide e si riunisce. Poi si sposta un poco a sinistra e per altre due volte si sdoppia e si ricompone.
La pendenza diminuisce un poco (m. 2110).

Ora il sentiero si frammenta in diverse tracce parallele. Ne scegliamo una alla destra che pare più ampia (m. 2120).
Saliamo in modo abbastanza ripido (m. 2130).
Frattanto siamo tornanti vicino al torrente che scorre sempre alla destra.
Lasciamo alla sinistra un masso con i bolli (m. 2140).
Il sentiero subito si divide e dopo un paio di metri si ricompone.
Proseguiamo attorniati da massi e pietre.
Poi la pendenza diminuisce un poco mentre camminiamo attorniati dall'erba (m. 2160).
Dopo pochi passi quasi in piano riprendiamo a salire (m. 2170).

Seguendo una freccia dipinta su di una pietra, con minore pendenza, pieghiamo a destra (m. 2180).
Continuiamo in salita verso delle rocce che vediamo più in alto. Raggiuntele, giriamo a sinistra e le fiancheggiamo (m. 2190).
Al termine delle rocce giriamo a destra (m. 2205)
Dopo una curva sinistra, passiamo accanto ad un'altra roccia.
Subito dopo percorriamo due tornanti sinistra-destra (m. 2210).
La pendenza aumenta. A tratti il fondo del sentiero è roccioso.

Camminando quasi in piano lasciamo a sinistra un ometto. In alto vediamo una baita (m. 2235).
Giriamo a sinistra e riprendiamo a salire.
Il sentiero si divide e le due tracce compiono un tornante destrorso e poi si ricongiungono (m. 2255).

Raggiungiamo una vecchia baita davanti alla quale c'è una spianata di pietre. Il tetto della baita è parzialmente crollato e all'interno c'è ancora una stufa (m. 2260).
Lasciamo a destra la baita e, poco dopo, alla sinistra la base di alcuni tralicci. In alto vediamo una seconda baita.
Saliamo in modo abbastanza ripido verso un dosso.
Dopo una curva a destra, in leggera salita raggiungiamo la baita (m. 2290). La porta è aperta e conduce in un piccolo locale quadrato oltre il quale, chiuso da una inferriata, un tunnel si addentra nel dosso. All'esterno, una targa ricorda un operaio perito sul lavoro. Questa costruzione può essere un utile riparo (oltre che l'unico) in caso di un improvviso temporale.

Continuiamo in leggera salita con un tornante sinistrorso, iniziando ad aggirare il dosso.
Quasi in piano percorriamo un tornante destrorso presso il quale troviamo una palina gialla e nera (m. 2300).
Dapprima in leggera salita e poi quasi in piano proseguiamo tra le pietre; quelle sopra le quali camminiamo sono piatte e ben sistemate. Alla sinistra c'è una conca, anch'essa piena di pietre.
Davanti vediamo la piccola diga e la raggiungiamo. Alla destra c'è un rudere accanto al quale su di un masso il segnavia C13 indica proseguendo:Rifugio Bertacchi e Madesimo, dietro: Lago di Montespluga.


    
    
    
  • Nazione: Italia
  • Ubicazione: Val Chiavenna
  • Provincia: Sondrio
  • Comune: Madesimo
  • Altezza: m. 2310
  • Latitudine: 46°29'09"N
  • Longitudine: 9°22'06"E
  • Carta Kompass: 92-AB1
  • Lunghezza: m. 330
  • Larghezza: m. 220
  • Tipo: artificiale
  • Tempo: 1.15 ore
  • Dislivello: m. 400
  • Difficoltà: escursionistica
Escursione effettuata nel mese di luglio 2014
cane = escursione media
Escursione
di media lunghezza
    

    
    

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che ho incontrato girovagando
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