Lago Pescegallo
    

PESCEGALLO

Il Lago di Pescegallo è situato sul versante settentrionale dei Monti Valletto (m. 2370) e Ponteranica (m. 2378).
Il suo nome non ricorda certo un mitologico animale da deriva dal dialetto "pesc" che significa "abete" e dal gallo cedrone che si ciba degli aghi di questo albero.
In origine era un lago naturale. La costruzione della diga, avvenuta nei primi anni del secondo dopoguerra, ne ha ampliato la capienza.

Come arrivare:
Lasciamo la statale 38 a Morbegno per prendere sulla destra (sud) la statale 405 della Val Gerola che, all'uscita dell'abitato, diventa la provinciale 7.
La percorriamo per circa 19 km., vale a dire fino al Villaggio Pescegallo (m. 1460) dove la strada termina in un ampio parcheggio asfaltato accanto alla stazione a valle della seggiovia che sale al Rifugio Salmurano.

All'inizio del parcheggio, una fontana con vasca di legno divide due stradine che salgono a sinistra. I segnavia indicano con la prima il percorso 146: Sentiero Natura, Lago di Pescegallo a ore 1.20; con la seconda il percorso 145: Foppe di Pescegallo a ore 1.10, Passo di Salmurano a ore 2. Prendiamo la prima, inizialmente ancora asfaltata.
Alla destra ci sono due massi e l'albergo Mezzaluna.
Percorriamo due curve destra-sinistra. Alla destra vediamo la seggiovia.
Proseguiamo tra gli alberi. Alla sinistra scorre un torrente. Sull'altro lato c'è un muretto di pietre che termina presso una curva a destra (m. 1475).
Presso una curva a sinistra, con un ponte privo delle sponde, attraversiamo il torrente (m. 1485).
Poco dopo lo riattraversiamo con un altro ponte; questo ha un piccolo muretto ai lati (m. 1490).

Subito dopo lasciamo la strada asfaltata che prosegue diritto in discesa e, come indicato da un segnavia a bandierina, prendiamo una sterrata che sale a destra.
Un rivolo la attraversa e va a gettarsi nel torrente.
Percorriamo dapprima una curva a sinistra e poi una a destra e scavalchiamo un rivolo che la attraversa (m. 1495).
Continuiamo con lievi serpentine. In basso a sinistra vediamo due case tra gli alberi.
Vediamo un segnavia a bandierina dipinto su di una pietra nel mezzo del sentiero (m. 1505).
Attorno ci sono alberi di conifere, radi a destra e più fitti a sinistra.
Presso un tornante destrorso, ignoriamo un sentiero che prosegue diritto (m. 1515).
Dopo un tornante sinistrorso, in alto a destra vediamo una staccionata (m. 1530).

Alla sinistra troviamo una baita ed una grande vasca in cemento con i bolli (m. 1535). Qui la sterrata termina.
Prendiamo un sentiero che sale a destra, fiancheggiando un torrente, e raggiungiamo una costruzione dell'acquedotto (m. 1545).
Seguendo i bolli giriamo a destra.
Percorriamo un tornante sinistrorso dove troviamo due gradini di legno (m. 1550).
Continuiamo con altri due tornanti destra-sinistra salendo altri gradini di legno. Volgendo le spalle, l'assenza di alberi in questo tratto, consente di vedere il parcheggio ove abbiamo lasciato la macchina.
Il sentiero si divide in due tracce, alla destra con gradini e alla sinistra senza, poi si ricompone (m. 1565).

Saliamo in modo abbastanza ripido lungo un costone erboso.
Lasciamo a sinistra le fondamenta di un baitello distrutto (m. 1575).
Troviamo un masso con i bolli sotto ai rami di due alberi che aggiriamo verso destra (m. 1585).
Il sentiero prosegue sempre tra l'erba ma ora ai lati il bosco è più vicino. Saliamo ripidamente con dei gradini.
Su di una pietra vediamo un segnavia a bandierina ed una freccia bianca che invitano a proseguire (m. 1600).

Continuiamo tra radi alberi. Alla destra c'è un piccolo manufatto in cemento. La pendenza diminuisce un poco (m. 1615).
Percorriamo due tornanti sinistra-destra, vicini tra loro (m. 1630).
Subito dopo il sentiero si divide, per aggirare in modo abbastanza ripido una roccia sopra alla quale c'è una pietra con i bolli, e si ricompone.
Nuovamente si divide e le due tracce si intersecano formando un otto, poi il sentiero torna ad essere uno solo.
La pendenza diminuisce un poco. Alla sinistra ci sono alcuni massi.
Un'apertura tra gli alberi alla destra consente di vedere la sottostante stradina sterrata.

Alla sinistra troviamo le pietre di una vecchia frana, parzialmente coperte dall'erba, e più in alto la prima fascia di uno sbarramento paravalanghe (m. 1660).
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire.
Proseguiamo con il percorso bagnato dall'acqua di un rivolo, fino ad un tronco/gradino che dovrebbe deviarla alla destra del sentiero.
Percorriamo un tratto allo scoperto.
Il sentiero si divide e si ricompone e prosegue con un tornante sinistrorso incassato tra terra e pietre (m. 1680).
Tra radi alberi a vari alberelli percorriamo un tornante destrorso.
Dopo alcune serpentine, quasi in piano arriviamo ad un tornante sinistrorso. Qui sentiamo il rumore di un torrente ma non lo vediamo.
Subito dopo, in leggera salita, superiamo un tornante destrorso.
Presso una curva a sinistra, vediamo una freccia bianca ed un segnavia a bandierina dipinti su di una pietra nel mezzo del sentiero (m. 1695).
Continuiamo con lievi serpentine tra pochissimi alberi.
Giriamo a destra e, dopo pochi passi quasi in piano, continuiamo tra erba e cespugli dapprima con poca pendenza e poi in salita (m. 1710).
In leggera salita superiamo due tornanti vicini tra loro (m. 1720).
Passiamo sopra delle lastre di roccia. Riprendiamo a salire.

Arriviamo in un prato (Fopa Bori) e lo attraversiamo in leggera salita. Davanti vediamo un casello dell'acquedotto e la sterrata di servizio che sale alla diga.
Giriamo a sinistra seguendo tracce di sentiero (m. 1740).
Su di un masso vediamo due freccette rosse che indicano davanti e a sinistra. Andiamo a sinistra. Ora il sentiero è più evidente.
Riprendiamo a salire e ben presto in modo abbastanza ripido camminando sopra del ghiaietto.
Proseguiamo tra i cespugli. Dopo un tornante destrorso la pendenza diminuisce un poco (m. 1765).
In questo tratto camminiamo su una mulattiera con pietre ben sistemate.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1770).

Dapprima in leggera salita e poi quasi in piano, attraversiamo un prato. In alto a destra e in basso a sinistra vediamo degli sbarramenti paravalanghe.
In salita ci avviciniamo a quelli alla destra. Nel punto in cui terminano (m. 1785) troviamo un vecchio cartello che indica: davanti il Lago Pescegallo, a destra il Rifugio Salmurano, dietro il Villaggio Pescegallo.
Vediamo il segnavia GVO/146 su di una pietra tra l'erba.
Quasi in piano, raggiungiamo una vasca abbeveratoio, che troviamo priva di acqua, sulla quale è stato dipinto il segnavia 161 a bandierina.
Dopo pochi passi in discesa guadiamo un torrente.
Tra erba, massi e mucchietti di pietre arriviamo sul fondo di un piccolo avvallamento (m. 1780).
Scavalchiamo due rivoli e torniamo a salire.

Sbuchiamo su di una sterrata (m. 1790). Alla sinistra ci sono le due baite della Casera Lago Pescegallo. I segnavia indicano seguendo la sterrata, davanti: Lago di Pescegallo a ore 0.20, Passo di Verrobbio a ore 1.10, Passo San Marco a ore 2.10; dietro-destra: Passo e Rifugio di Salmurano; dietro con il sentiero 146: Parcheggio di Pescegallo a ore 0.40, Gerola.
Seguiamo la sterrata verso il lago. Da questo punto è già visibile il muraglione della diga.
Dopo un tratto quasi in piano, proseguiamo in leggera salita con prati alla sinistra e alberi alla destra. Guadiamo un ruscello e poi alcuni rivoli.

Percorriamo una curva a destra e torniamo a vedere la diga. Ora distinguiamo anche: la casa del custode, la cabina ENEL, altre costruzioni di servizio e alcune baite (m. 1805).
Proseguiamo in leggera salita. Guadiamo un ruscello (m. 1810).
Un rivolo attraversa il percorso e per alcuni metri lo bagna.
Percorriamo un tratto quasi in piano nel quale scavalchiamo un altro rivolo.
Dopo un tratto con poca pendenza continuiamo quasi in piano (m. 1830).

Un cartello a forma di freccia indica il Lago di Pescegallo e la Cà San Marco con un sentiero che sale nei prati alla destra.
Potremmo anche continuare con la sterrata che conduce verso la casa del custode e gli altri edifici di servizio alla diga, ma preferiamo seguire le indicazioni e prendiamo il sentiero.
Lasciamo a sinistra dapprima una baita e poi un dosso erboso in cima al quale vediamo sventolare il tricolore.
Il sentiero prosegue con due tracce parallele (m. 1850).
Poco dopo raggiungiamo la diga e vediamo il lago.


    
    
    
  • Nazione: Italia
  • Ubicazione: Val Gerola
  • Provincia: Sondrio
  • Comune: Gerola Alta
  • Altezza: m. 1862
  • Latitudine: 46°02'18" N
  • Longitudine: 9°35'13" E
  • Carta Kompass: 105 C3
  • Lunghezza: m. 530
  • Larghezza: m. 190
  • Tipo: artificiale
  • Tempo: 1.10 ore
  • Dislivello: m. 400
  • Difficoltà: escursionistica
Escursione effettuata nel mese di giugno 2015
cane = escursione media
Escursione
di media lunghezza
    

    
    

Cerca

    
Motore di ricerca interno
    

    
    

    
    
Questi sono alcuni dei laghetti
che ho incontrato girovagando
sulle nostre montagne.