Lago di Sasso
    

SASSO

Il Lago di Sasso è situato a nordovest del Pizzo Tre Signori in Alta Val Biandino.

Come arrivare:
Lasciamo la statale 36 al km. 50 (ponte sull'Adda a Lecco) per prendere la S.S. 36 dir che sale in Valsassina.
Giunti alla rotonda di Ballabio, all'uscita dell'ultima galleria, continuiamo diritto con la provinciale 62 che percorre il fondovalle.
Ad Introbio prendiamo la prima deviazione a destra: Via Vittorio Veneto.
Dopo 500 metri presso una curva a sinistra, andiamo diritto entrando in Piazza Carrobbio dove c'è un grande parcheggio nel quale al lunedì si svolge il mercato (m. 585). Alla sinistra ci sono delle panchine e un muretto che protegge dal sottostante torrente. Alla destra ci sono la caserma dei Carabinieri e più avanti una strada in salita all'inizio della quale i segnavia indicano con il percorso 19: Passo di Nava, Rifugio Buzzoni, Passo di Gandazzo a ore 2.45; con il sentiero 14a: Zucco Angelone a ore 1.15; con il sentiero 14: Passo di Nava a ore 0.45. Ignoriamo questi segnavia e, a piedi, torniamo sulla strada. Quasi in piano la seguiamo verso destra.

Dopo il ponte la strada diventa Via Umberto Primo.
Di fronte a La Profumeria prendiamo sulla destra una strada con il fondo di sanpietrini (si tratta di Via Arrigoni ma non c'è il cartello con il nome) all'inizio della quale i segnavia indicano con la Via del Bitto: Bocchetta di Trona a ore 5, Morbegno a ore 10; con la Dorsale Orobica Lecchese: Alpe Foppabona a ore 3.30, Rifugio Grassi a ore 4.

Lasciamo a sinistra Piazza Antoniani dove ai piedi di una torre troviamo una vecchia fontana con vasca sopra alla quale c'è un affresco raffigurante la Battaglia di Introbio del 1300. Proseguiamo diritto in leggera salita con la stretta Via Fumagalli.
Alla sinistra troviamo un affresco raffigurante da Deposizione dalla Croce. Qui la strada diventa Via per Biandino e i sanpietrini lasciano il posto all'asfalto (m. 595).
Poco dopo un cartello indica la Val Biandino.
La strada si biforca e lasciamo a sinistra Via del Castello.
In salita percorriamo una curva verso sinistra. Su due pali in cemento vediamo il segnavia 40 a bandierina.

Di fronte arriva Via al Ceppo. Giriamo a destra e subito a sinistra e troviamo dei segnavia che indicano: S. Uberto a ore 0.10, Rifugio Madonna della Neve a ore 3.15, Rifugio S. Rita a ore 4, Rifugio Buzzoni a ore 2.30. Un segnale stradale indica il divieto di transito ai veicoli. Passiamo su di una grata per lo scolo dell'acqua e prendiamo la mulattiera (m. 610).
Lasciate le ultime case del paese, camminiamo tra una rete metallica verde ed un muro.
Proseguiamo tra alberi di robinia.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 635).
All'esterno del successivo tornante sinistrorso scorre un ruscelletto.

Poco dopo troviamo alla destra la cappella votiva dedicata a S. Uberto, protettore dei cacciatori, alla quale si accede con sette gradini. Nei pressi ci sono due panchine in legno. In questo punto sul lato a valle non ci sono alberi e possiamo vedere i tetti di Introbio e la Grigna con la Chiesetta di San Calimero (m. 660).
Subito entriamo nel bosco.

Arriviamo poi ad un incrocio caratterizzato dalla presenza di due vecchi cippi su uno dei quali è stata incisa la parola Biandino con le due enne a rovescio. I segnavia indicano a destra con il sentiero 25: Rifugio Buzzoni, Passo di Gandazzo a ore 2.15; a destra con il sentiero 27: Rifugio Grassi via Foppabona a ore 3; diritto con il sentiero 34: Rifugio Grassi Via Valbona a ore 3.30; diritto con il sentiero 40: Bocca di Biandino, Rifugio Grassi a ore 3.15. C'è anche un sentiero che scende a sinistra (m. 680). Continuiamo diritto con maggiore pendenza.

Alla destra abbiamo un muretto di pietre a secco sormontato da una siepe oltre il quale più in alto vediamo una casa (m. 690).
Ora alla sinistra c'è una siepe.
Troviamo due cancelli, uno per parte (m. 700), e poi un altro alla destra. La pendenza diminuisce (m. 715).
Alla destra ci sono dei pali di legno e una rete. Sempre alla destra, in un tronco scavato, vediamo la statua di una madonnina (m. 720).

Ignoriamo un sentiero, chiuso da una sbarra, che si stacca alla sinistra.
Percorriamo una curva verso sinistra superando un ruscelletto che attraversa il cammino e rientriamo nel bosco.
Proseguiamo con una siepe alla sinistra e un muretto sormontato da filo spinato alla destra oltre il quale vediamo una vecchia cascina.
Troviamo due segnavia bianco-rossi con il n. 40 e la scritta V.B (= Val Biandino).

Scavalchiamo un rivolo che scorre su di una base in cemento e ci immettiamo su una strada con il fondo in cemento che in questo punto effettua un tornante sinistrorso. I segnavia indicano dietro: Sant'Uberto a ore 0.10, Introbio a ore 0.20 (m. 730). Proseguiamo diritto seguendo la strada. All'interno del tornante c'è un cancello di ferro.
Alla sinistra troviamo una recinzione e un cancello di color marrone mentre alla destra c'è un cassottello in cemento dell'acquedotto.
Proseguiamo in salita, inizialmente camminando tra due recinzioni.
Alla sinistra ci sono delle protezioni in ferro dipinte di verde (m. 755).
Alla destra troviamo alcune gabbie contenenti delle pietre (m. 760). Alla sinistra ci sono alcuni vecchi pali di cemento o di legno collocati in orizzontale, recuperati e riutilizzati come paracarri; ne troveremo altri più avanti.
Presso un ampio tornante sinistrorso, un ruscello attraversa la strada passandole sotto. Alla destra, una stradina in salita, chiusa da una sbarra, conduce verso una proprietà privata (m. 770).
Per un tratto alla destra c'è un muretto a secco.

Dopo un tornante destrorso, un cartello segnala a sinistra il sentiero del Belvedere della Cascata (m. 790).
Percorriamo un tratto con poca pendenza e riprendiamo a salire.
Passiamo sotto i cavi dell'alta tensione (m. 800).
Alla sinistra troviamo un parapetto arrugginito che protegge da un burrone in fondo al quale rumoreggia il Torrente Troggia (m. 810).
Percorriamo un tratto incassato nel terreno circostante.
Continuiamo in leggera salita (m. 815).
Un rivolo attraversa la strada.
Ignoriamo un sentiero che scende a sinistra.

Poco dopo una stradina sale a destra. I segnavia indicano a destra con il sentiero 25/19: Rifugio Buzzoni, Alpe Mota a ore 2, Loc. la Piazza a ore 0.10, Alpe Daggio a ore 1.10, Alpe Foppabona a ore 2.50; diritto: Sorgente S. Carlo a ore 0.45, Rifugio Biandino a ore 2.15, Rifugio Madonna della Neve a ore 2.40. Un cartello indica diritto il Rifugio Tavecchia ed un altro alla destra La Pezza. Un ruscello attraversa la strada passandole sotto. Proseguiamo diritto in leggera salita (m. 825).

Alla sinistra troviamo la Baita dei Faggi, una casa bianca recintata con una rete ed una siepe, sul muro della quale vediamo un affresco raffigurante una Madonna con Bambino. Alla destra c'è un cassottello. La strada ora procede quasi in piano (m. 835).
Una stanga chiude l'accesso ad una stradina che scende a sinistra verso una proprietà privata.
A destra c'è una sorgente; l'acqua esce da un tubo e forma una fontanella (m. 840).
Proseguiamo con pochissima pendenza. In basso a sinistra, tra gli alberi riusciamo a scorgere il torrente.
Una cascatella scende dalla montagna alla destra; l'acqua attraversa la strada e finisce più a valle nel torrente (m. 845).
Alla sinistra ci sono delle protezioni in ferro.
Percorriamo una curva verso sinistra; ora la strada è sterrata.

Raggiungiamo lo slargo che precede il Primo Ponte e ritroviamo sulla destra la Via del Bitto (m. 850). Vari segnavia indicano a destra: Fonte S. Carlo a ore 0.30, Rifugio Tavecchia a ore 1.40, Biandino a ore 2, Rifugio S. Rita a ore 3.15, Rifugio Grassi; dietro: S. Uberto a ore 0.30, Introbio a ore 0.45. Lasciamo la strada e prendiamo il sentiero che in leggera salita entra nel bosco.
Aggiriamo alla destra una roccia.
Vediamo il segnavia 40 su di un masso. Continuiamo tra alberelli.
Proseguiamo nel bosco. Alla sinistra una staccionata in legno protegge verso valle dove scorre il Torrente Troggia.

Arriviamo ad un bivio; alcuni segnavia indicano a sinistra il sentiero 40 per la Val Biandino e a destra il sentiero 34 per il Passo del Camisolo e il Rifugio Grassi. Andiamo a sinistra e attraversiamo il torrente con un piccolo ponte (m. 870).

Incrociamo una stradina sterrata e proseguiamo diritto con il sentiero.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 875).

Su di un masso vediamo una targa che ricorda una persona perita nel torrente nel lontano 1911 e un segnavia bianco-rosso a bandierina (m. 890).
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 910) e uno destrorso (m. 915).
Transitiamo sotto tre tubi obliqui (uno grande e due piccoli) che si appoggiano su delle colonne in cemento (m. 930).
Percorriamo un lungo tratto quasi rettilineo.

Riprendiamo a salire. Ora il sentiero è pietroso (m. 955).
Lasciamo a destra un masso e continuiamo con poca pendenza (m. 965).
Passiamo tra due massi (m. 970).
Torniamo a salire.
Presso un tornante sinistrorso vediamo il segnavia 40 a bandierina (m. 1000).

In leggera salita e ci immettiamo nuovamente sulla strada che arriva dalla sinistra e, in questo punto, ha il fondo in cemento (m. 1005). Un cartello indica verso destra la Fonte S. Carlo a ore 0.05, il Rifugio Tavecchia a ore 1.40, il Rifugio Biandino a ore 1.40, il Rifugio S. Rita a ore 3.00. Seguiamo la strada verso destra.
Procediamo con poca pendenza ignorando una stradina, chiusa da una stanga di legno, che scende a destra verso una cascina (m. 1025).
Torniamo a salire. All'interno di una curva verso sinistra troviamo delle pietre chiuse in gabbie sovrapposte (m. 1030).
Per un tratto alla destra ci accompagna un guardrail.
In leggera salita arriviamo ad una curva verso destra dove un ruscello passa sotto alla strada. Alla sinistra c'è una targa in memoria di una persona deceduta (m. 1040).
Ignoriamo un sentiero che scende a destra verso il torrente.

Alla sinistra troviamo la Fonte S. Carlo (m. 1060). Sotto un tettuccio scende dell'acqua freschissima che cade in una vasca ai cui lati ci sono delle panche di pietra. Alla destra della strada ci sono un tavolo in legno e relative panche. Un sentiero scende a destra verso la vecchia fontana. Alla sinistra della fonte i segnavia indicano il sentiero 52 per l'Alpe Agoredo a ore 1.30.
Continuiamo diritto ignorando una sterrata che sale a sinistra.
Troviamo un altro muro di gabbie con pietre alla sinistra e, poco dopo, delle protezioni dipinte di bianco alla destra.

Alla sinistra riparte il sentiero 40 (m. 1075). I segnavia indicano verso sinistra: Baite alla Scala a ore 1, Rifugio Madonna della Neve a ore 1.45. Un cartello indica sempre a sinistra: Val Biandino. Prendiamo il sentiero che in leggera salita entra nel bosco.
Un rivolo d'acqua scende dalla sinistra e allaga il sentiero (m. 1085).
In basso alla destra vediamo il Secondo Ponte (m. 1090).
Continuiamo quasi in piano.

Ad una biforcazione teniamo la sinistra e riprendiamo a salire.
Vediamo il segnavia 40 su di un masso e proseguiamo con poca pendenza (m. 1105).
Un rivolo attraversa il sentiero. Proseguiamo allo scoperto con il bosco alla sinistra (m. 1110).
Quasi in piano attraversiamo un torrente su un ponticello con delle reti di colore verde alla sinistra. Su di un masso leggiamo in giallo: "Promotore Cav. Folat". Un cartello invita a tenere i cani al guinzaglio.

Raggiungiamo l'agriturismo La Baita (m. 1125 - tel. 347 5212186). Scendendo a destra è possibile riportarsi sulla strada con un ponticello sospeso sul torrente.
Continuiamo diritto in leggera salita e rientriamo nel bosco.
Alla destra ci sono delle protezioni realizzate con paletti di ferro che reggono due cavi metallici.
Dopo un breve tratto quasi in piano (m. 1150) continuiamo in leggera salita, senza alberi e seguendo i cavi dell'alta tensione.
Lasciamo a sinistra un traliccio e rientriamo nel bosco (m. 1165).
In salita raggiungiamo e superiamo una zona con delle pietre franate (m. 1175). Ne troveremo altre in seguito. Si tratta di vecchie frane e il sentiero e sempre ben sistemato.

Raggiungiamo un traliccio con i cavi dell'alta tensione che proseguono verso destra attraversando la valle. Qui il percorso è quasi pianeggiante (m. 1190).
Riprendiamo a salire e percorriamo un tratto tra gli alberi fino a raggiungere un'altra zona con dei massi franati (m. 1215). Alla destra, oltre il torrente, è ben visibile la strada che sale parallela.
Poco dopo superiamo un'altra frana e continuiamo in leggera salita (m. 1225).
Superiamo la quarta colata di massi (m. 1250) e ne raggiungiamo una quinta (m. 1260). Anche qui, sull'altro lato è ben visibile la strada.

Troviamo un'altra frana. Vediamo il segnavia 40 a bandierina. Camminiamo con poca pendenza tra pietre e rade betulle. Alla destra vediamo alcuni saltelli del torrente e la strada (m. 1265).
Continuiamo nel bosco.
Poco dopo riprendiamo a salire (1280).
Lasciamo a sinistra un masso (m. 1285).
In leggera salita raggiungiamo un'altra frana. Alla destra vediamo la strada (m. 1295).
Dopo un tratto tra radi alberi, rientriamo nel bosco e riprendiamo a salire.
Lasciamo a destra una roccia (m. 1310).

Usciamo dal bosco, saliamo verso sinistra e raggiungiamo una targa che parla dei partigiani della 55a Brigata F.lli Rosselli uccisi da queste parti nell'ottobre del 1944. Continuando diritto con un sentiero quasi impraticabile, dopo 50 metri, si raggiunge una grotta dove è stata posta una targa a memoria di due partigiani, i fratelli Guerino e Carletto Besana. Prendiamo l'altro sentiero verso destra che in leggera discesa attraversa il letto di un torrente che troviamo asciutto (m. 1315).
Rientriamo nel bosco e proseguiamo in leggera salita (m. 1320).

Ad un bivio, i segnavia indicano: Val Biandino a sinistra e Baita Alpini a destra. Andiamo a sinistra in salita volgendo le spalle al torrente (m. 1330).
Lasciamo a sinistra un masso.
Percorriamo due tornanti sinistra-destra.
Continuiamo con un tornante sinistrorso.
Con minore pendenza percorriamo altri tornanti: dx-sx-dx (m. 1345).
Passiamo tra due massi.

Ad un bivio troviamo sbarrato il sentiero che prosegue diritto e continuiamo con un tornante sinistrorso riprendendo a salire (m. 1355).
Con poca pendenza percorriamo un tornante destrorso e proseguiamo in salita (m. 1360).
Alla sinistra ci sono alcuni massi (m. 1365).
Continuiamo con una curva verso destra, una verso sinistra aggirando un masso, ed un'altra curva verso destra.
Alla destra troviamo due paletti verdi che reggono un cavo. Un cartello segnala il divieto di caccia.

Dalla sinistra, scorrendo su una roccia liscia, scende un torrente. Generalmente basta appoggiare gli scarponi su alcune pietre affioranti per superarlo senza bagnarsi (m. 1375).
Continuiamo quasi in piano e lasciamo a sinistra una grande roccia.
Passiamo tra due piccoli dossi.
Alla sinistra troviamo un tavolone in legno con relative panche.
Alla destra vediamo la strada e una frana.

Poco più avanti, in un prato in basso a destra, ci sono le due Baite alla Scala (m. 1385).
Attraversiamo un rivolo e continuiamo con delle serpentine.
Percorriamo un tratto in leggera discesa tra rade betulle e sorbi degli uccellatori. In basso alla destra vediamo una stalla. Continuiamo in leggera salita.
Per un tratto l'assenza di alberi alla destra consente di vedere la strada che scorre oltre il torrente. Torniamo nel bosco (m. 1395).
Un cartello, su di una roccia alla sinistra del sentiero, segnala il Rifugio Tavecchia a 10 minuti di cammino.

Percorriamo un tratto in salita su mulattiera. Alla sinistra ci sono delle catene fissate alla roccia che possono essere utili nel periodo invernale (m. 1415).
All'esterno di una curva verso destra c'è un masso (m. 1425).
Proseguiamo con poca pendenza tra radi alberi (m. 1435).
Poco dopo riprendiamo a salire.
In leggera salita rientriamo nel bosco (m. 1450).
Alla destra ci sono delle protezioni con paletti che reggono due cavi.

Presso un ampio tornante destrorso attraversiamo un torrente che scende dalla sinistra. Una targhetta ricorda una persona deceduta (m. 1460).
Continuiamo con poca pendenza.

Il cippo dedicato alla 55a Brigata F.lli Rosselli

Il cippo dedicato alla 55a Brigata Rosselli

Raggiungiamo uno slargo. Alla destra c'è il cippo "55 Rosselli", ovvero un piccolo obelisco, in posizione panoramica su un salto di roccia (m. 1470).
Lasciamo a destra un traliccio e ne seguiamo i cavi dell'alta tensione. Davanti cominciamo a vedere la bianca sagoma del Rifugio Valbiandino.
Alla destra ci sono delle protezioni con paletti di ferro che reggono tre cavi.
Dopo tre passi in discesa proseguiamo in leggera salita.
Superiamo due semicurve sinistra-destra (m. 1475).
Continuiamo quasi in piano con delle rocce alla sinistra mentre alla destra ci sono ancora le protezioni con paletti di ferro e tre cavi.
Un rivolo bagna il sentiero.

Sbuchiamo sulla strada che arriva dalla destra attraversando un ponte sul Troggia. I segnavia indicano: Bocca di Biandino; dietro: La Via del Bitto, Baite alla Scala a ore 0.15, Introbio a ore 2. Seguiamo la strada, con il fondo in cemento, che prosegue in salita alla sinistra del torrente (m. 1480).
Superiamo una semicurva verso sinistra.

Raggiungiamo una cappella contenente cinque dipinti raffiguranti la Madonna di Lourdes tra S. Pietro, S. Giuseppe, S. Giovanni e S. Antonio. Alla sinistra in posizione sopraelevata c'è il Rifugio Tavecchia. Lasciamo a destra un ponticello di legno oltre il quale ci sono il Rifugio Valbiandino ed il sentiero che prosegue verso il Rifugio Grassi e continuiamo diritto alla sinistra del torrente. I segnavia indicano diritto i Rifugi Madonna della Neve, Santa Rita a ore 1.15, FALC a ore 1.45; alla destra i Rifugi Valbiandino a 50 metri e Grassi a ore 1.15. Un cartello segnala il divieto di transito ai mezzi motorizzati. Continuiamo quasi in piano seguendo la strada che torna ad essere sterrata. La valle, finalmente, si fa più aperta, il panorama si allarga e appaiono le montagne (m. 1485).
Superiamo due stanghe dipinte di giallo.

Presso una curva verso destra ignoriamo un'altra stradina che prosegue diritto in direzione di un gruppo di case. Davanti già vediamo la bianca chiesetta che fa parte del gruppo di edifici tra i quali c'è anche il Rifugio Madonna della Neve.
La pendenza è minima. Nel prato alla destra ci accompagna una serie di tralicci che reggono i cavi dell'alta tensione.
Un ruscelletto, coperto dal cemento, attraversa la strada.
Continuiamo in leggera salita attorniati dai prati.
Alla sinistra, su di un cubo in cemento, vediamo una freccia ed una scritta in giallo che invitano a proseguire verso la Madonna della Neve (m. 1500).
Proseguiamo con il fondo in cemento e vediamo la stessa scritta sul basamento di due vecchi tralicci, uno per lato.
Continuiamo quasi in piano su sterrato. Scavalchiamo un tubo semi affiorante dal terreno.

Presso una curva a destra troviamo un altro tubo e trascuriamo un sentiero che prosegue diritto in salita.
Riprendiamo a salire. Il fondo torna ad essere in cemento.
Percorriamo una curva verso sinistra transitando sotto i cavi dell'alta tensione e lasciando a sinistra un traliccio (m. 1525).
Proseguiamo con poca pendenza. Il sentiero rientra dalla sinistra.

Dopo una semicurva verso destra davanti torniamo a vedere la chiesa della Madonna della Neve. Un rivolo, scorrendo in un tubo, attraversa la strada che ridiventa sterrata (m. 1555).
Lasciamo a destra il basamento di un traliccio. Una stradina si stacca alla sinistra.
Vediamo una pozza poco più in basso a destra.
Dopo un tratto in leggera discesa proseguiamo quasi in piano e percorriamo una curva verso destra.
Continuiamo in leggera salita.

Su di un cartello leggiamo: "l'Alpe Sasso inizia qui" e superiamo un vecchio cancello che troviamo aperto (m. 1570).
Dopo un tratto in salita continuiamo con minore pendenza (m. 1590).

La Chiesa della Madonna della Neve

La Chiesa della Madonna della Neve

Arrivati alla Madonna della Neve (m. 1595), proseguiamo con la sterrata e passiamo dietro ai vari edifici (chiesa, rifugio e altre case).
Alla destra troviamo un'artistica croce in metallo, un altare, un tavolo e delle panche.

Subito dopo la strada si biforca (m. 1600). I segnavia indicano verso sinistra: Rifugio S. Rita - E a ore 1, Rifugio F.A.L.C. - E a ore 2, Pizzo dei Tre Signori - EE a ore 3.15; a destra: La Via del Bitto, Rif. Santa Rita a ore 1, Bocchetta di Trona a ore 2; dietro: Bocca di Biandino a ore 0.20, Fontana San Carlo a ore 1.30, Introbio a ore 2.30.
Praticamente il percorso alla sinistra sale direttamente al Rifugio Santa Rita mentre quello alla destra raggiunge questo rifugio facendo un giro più lungo che passa per il Lago di Sasso. Andiamo pertanto a destra.

Un cartello indica alla sinistra una proprietà privata.
Per un tratto, ai lati del sentiero ci sono alcuni pali di legno (m. 1605).
Camminiamo attorniati da prati e alcuni alberi. In basso alla destra vediamo una linea di tralicci con i cavi dell'alta tensione.
Superate tre semicurve sx-dx-sx davanti cominciamo a vedere l'Alpe Sasso (m. 1610).
Presso una semicurva verso sinistra lasciamo a destra il vecchio basamento in cemento di un traliccio (m. 1615).
Continuiamo quasi in piano e vediamo molte mucche al pascolo.
Passiamo accanto a una lunga, doppia vasca-abbeveratoio in cemento (m. 1620).
Ora la sterrata è inerbita.
Alla destra vediamo il vecchio basamento in cemento di un altro traliccio.
Alla sinistra accanto ad un masso, c'è un solitario, piccolo larice.
Proseguiamo con poca pendenza passando accanto al basamento di un altro traliccio (m. 1630).
Un rivolo attraversa la strada su di una base in cemento. Attorno ci sono dei paletti di legno. In alto alla sinistra vediamo sventolare la bandiera del Rifugio S. Rita ma non ne vediamo l'edificio (m. 1635).
Un altro rivolo attraversa la strada su di una base in cemento (m. 1645).

Prima di raggiungere l'Alpe Sasso, prendiamo un sentiero, segnalato da un bollo rosso, che si stacca alla sinistra tra l'erba (m. 1650).
Subito percorriamo una curva verso sinistra e sentiamo il richiamo delle marmotte.
Superiamo due semicurve destra-sinistra e continuiamo in salita (m. 1660).
Poco dopo percorriamo un'altra semicurva verso destra (m. 1675).
Troviamo due bolli rotondi, uno bianco e uno rosso.
Il sentiero si divide e, dopo una diecina di metri, si ricompone (m. 1695).

Le baite/stalle dell'Alpe Sasso dall'alto

Le baite/stalle dell'Alpe Sasso dall'alto

Continuiamo in modo abbastanza ripido. In basso alla destra vediamo i tetti delle poche baite/stalle dell'Alpe Sasso.
Di tanto in tanto il sentiero si divide e si ricompone.
In salita percorriamo una semicurva verso sinistra (m. 1740).
Con un breve tratto quasi in piano superiamo una semicurva verso destra e proseguiamo in modo abbastanza ripido.
Percorriamo un tratto in salita (m. 1750) ed uno con poca pendenza (m. 1755).
Presso una semicurva verso destra ignoriamo un sentiero che scende alla destra e continuiamo in salita (m. 1765).
Superiamo due semicurve sinistra-destra (m. 1790).
Presso un tratto con poca pendenza vediamo due bolli rotondi, uno bianco e uno rosso. Proseguiamo in salita.

Aggiriamo una roccetta che affiora dal terreno. Davanti vediamo una cascata (m. 1805).
Superiamo due semicurve sinistra-destra.
Continuiamo con poca pendenza (m. 1810).
Poco dopo superiamo una curva verso sinistra.
Continuiamo in salita con una serpentina destra-sinistra e con il sentiero incassato nel terreno.
Proseguiamo in modo abbastanza ripido (m. 1820).
Il sentiero si divide e si ricompone.
Continuiamo con poca pendenza. Un rivolo attraversa il sentiero.

Raggiungiamo un masso che blocca il sentiero. Lo risaliamo agevolati dalla presenza di tre gradini di ferro sporgenti (m. 1830).
Dopo un tratto quasi in piano ed uno con poca pendenza, riprendiamo a salire.
Troviamo due bolli rotondi dipinti su di una roccia (m. 1840).

Presso una curva verso sinistra vediamo il torrente emissario dal Lago di Sasso che scorre in una valletta alla destra (m. 1845).
Pieghiamo a destra e passiamo tra due massi. Continuiamo quasi in piano con una curva verso sinistra.
Lasciamo a sinistra il basamento in cemento di un vecchio traliccio.
Troviamo due bolli rotondi, uno bianco ed uno rosso.
Continuiamo in leggera salita con il torrente alla destra. Su di una roccia alla sinistra vediamo un segnavia rosso-bianco-rosso.
Alla sinistra troviamo una doppia vasca-abbeveratoio in cemento (m. 1850).

Percorriamo una curva verso destra e guadiamo il torrente (m. 1855).
In salita superiamo due semicurve sinistra-destra e quasi in piano un'altra verso sinistra (m. 1860).

Continuiamo in leggera salita. Alla sinistra vediamo una piccola chiusa sul torrente. Superiamo due semicurve destra-sinistra (m. 1870).
In alto a sinistra vediamo una baita (Baitello del Lago).
Proseguiamo in modo abbastanza ripido su fondo roccioso (m. 1880).

Continuiamo in leggera salita tra l'erba. Un segnavia indica a sinistra S. Rita (m. 1890).
Ci immettiamo su di un sentiero che arriva da dietro-destra e continuiamo diritto (m. 1900).
Superiamo due semicurve destra-sinistra (m. 1905).
Aggiriamo un masso con i bolli (m. 1910).
Proseguiamo in salita e lasciamo a sinistra altri massi su uno dei quali vediamo un segnavia.
Continuiamo quasi in piano, davanti vediamo il Lago di Sasso e poco dopo lo raggiungiamo.


    
    
    
  • Nazione: Italia
  • Ubicazione: Val Biandino
  • Provincia: Lecco
  • Comune: Introbio
  • Altezza: m. 1922
  • Latitudine: 46°01'03" N
  • Longitudine: 9°30'52" E
  • Carta Kompass: 105 C4
  • Lunghezza: m. 170
  • Larghezza: m. 90
  • Tipo: naturale
  • Tempo: ore 4.10
  • Dislivello: m. 1337
  • Difficoltà: escursionistica
Escursione effettuata nel mese di agosto 2022
aquila = escursione molto lunga
Escursione
lunga e faticosa
    

    
    

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