Lago Scermendone
    

SCERMENDONE

Il Lago Scernendone è situato in Val Terzana, ai piedi delle pendici settentrionali della Cima Vignone, con bella vista sui Corni Bruciati e il Pizzo Bello che si riflettono nelle sue acque.

Come arrivare:
Lasciamo la statale 38 al Km. 19.5, poco dopo il ponte sul Torrente Mello che precede l'abitato di Ardenno, per imboccare verso sinistra (nord) la provinciale 9 con la quale procediamo fino a Filorera.
Presso una curva a sinistra, lasciamo la provinciale che continua verso San Martino e proseguiamo diritto con la strada che sale a Preda Rossa.
Superato un ponte, alla sinistra, fino a poco tempo fa c'era la macchinetta automatica presso la quale bisognava ritirare il ticket, al costo di € 5, da esporre sul cruscotto della nostra vettura.
Dall'estate 2018 il Comune di Val Masino ha disposto quanto segue: "Si comunica che i pass per accedere a Sasso Bisolo - Predarossa, di numero 50 giornalieri, sono disponibili presso l'Hotel Rustichella in Via Moss n. 5 Val Masino, dalle ore 7.30 alle ore 23." L'hotel è situato cento metri dopo il ponte sulla sinistra; telefono: 0342.640121; e-mail: htlrustichella@libero.it

Saliamo con vari tornanti e arriviamo a Valbiore (m. 1210). Qui la vecchia strada è interrotta da due frane verificatesi negli scorsi decenni.
Sulla destra è stato realizzato un percorso alternativo, lungo due chilometri, che aggira la frana. Attualmente (estate 2014) la strada, ormai completata, è quasi interamente asfaltata. Rimangono cento metri di sterrato in buone condizioni, prima della galleria. Questa ha un buon fondo in cemento ma è priva di illuminazione.
Più avanti ci riportiamo sulla vecchia strada asfaltata, a monte della frana, con la quale risaliamo la Valle di Sasso Bisolo.
Passiamo accanto al Rifugio Scotti che troviamo sulla sinistra (m. 1500) e proseguiamo con vari tornanti fino al grande parcheggio sterrato di Preda Rossa (m. 1955).
I segnavia indicano diritto: Valle di Preda Rossa, Rifugio Ponti a ore 2; a destra con il sentiero 19: Scermendone Basso a ore 0.30, Lago Scermendone a ore 2.20.

Lasciata la macchina, ci incamminiamo a destra verso il Sasso Arso (m. 2314) che dovremo aggirare alle sue pendici occidentali.
In leggera discesa raggiungiamo il torrente che scende dalla Valle di Pietra Rossa.
Un ponticello in legno con una sola sponda, quella di destra, consente di attraversare il corso d'acqua che, alla destra, entra in un bacino.
Oltre il torrente, proseguiamo quasi in piano seguendo dei segnavia a bandierina. Alla sinistra c'è una zona recintata con una staccionata di legno.
Poi giriamo a destra tra erba, cespugli e radi larici.
Con pochi passi in discesa, e successivamente in piano, entriamo in un bosco di conifere (m. 1945).
Dopo una curva a sinistra percorriamo due tratti in leggera discesa separati da uno quasi in piano.

Poi scendiamo in modo abbastanza ripido con delle serpentine.
Il sentiero si divide e subito si ricompone (m. 1935).
Al termine della discesa sentiamo il fruscio di un ruscello che scorre sotto alle pietre (m. 1925).
Quasi in piano aggiriamo verso sinistra una roccetta sul sentiero.

Ora risaliamo l'altro versante della valletta. Percorriamo uno zig-zag destra-sinistra. Alla sinistra c'è una roccia.
Poi saliamo in modo abbastanza ripido su fondo roccioso.
Troviamo un palo di legno, sulla destra, disteso a lato del sentiero per rinforzarlo (m. 1930).
La pendenza diminuisce un poco. Alla sinistra ci sono dei massi (m. 1935).
Proseguiamo dapprima quasi in piano e poi in lieve discesa tra i mughi, facendo un'ampia curva a sinistra.
Continuiamo in leggera salita e quasi in piano tra grosse pietre franate. Su una di queste vediamo inciso: "D†C 1858".

Torniamo a camminare su di un sentiero. Percorriamo una curva a sinistra e saliamo in modo abbastanza ripido.
Percorriamo poi alcuni passi quasi in piano tra le radici degli alberi circostanti (m. 1945).
Proseguiamo con un tratto in discesa, seguito da pochi passi quasi in piano (m. 1940).
Ora saliamo in modo abbastanza ripido con delle serpentine tra radi larici, mughi, rododendri e altri cespugli.
Poi la pendenza diminuisce un poco (m. 1950).
Percorriamo pochi passi quasi in piano su sterrato.
Dopo una curva a sinistra continuiamo in leggera salita e cominciamo a sentire il rumore di un torrente (m. 1955).
Superiamo un'altra curva a sinistra e poi, quasi in piano, proseguiamo allo scoperto circondati da radi larici.
Dopo un tratto in salita, continuiamo quasi in piano con dei cespugli alla destra (m. 1970).

Dapprima con poca pendenza e poi in salita, camminiamo tra rocce e pietre (m. 1975).
Quasi in piano attraversiamo una zona con una colata di pietre franate (m. 1980).
Proseguiamo con poca pendenza tra i larici.
Torniamo a salire. Mentre camminiamo tra i cespugli, il sentiero si divide e si ricompone (m. 1990).
Dopo un tratto quasi in piano proseguiamo in leggera salita e passiamo su di una pietra piatta con i bolli.
Percorriamo un altro tratto quasi in piano e proseguiamo con poca pendenza.
Nuovamente quasi in piano, tra i cespugli, costeggiamo il torrente che scorre alla destra.

Passiamo tra alcuni massi, poi tra cespugli di rododendro, ed entriamo in un grande prato. Abbiamo così terminato di aggirare il Sasso Arso ed abbiamo raggiunto la parte basse della Val Terzana.
Alla destra c'è un piccolo ponte di legno, con la sola sponda destra, tramite il quale attraversiamo il torrente (m. 1995).
Subito dopo, camminando su di un ponticello di tronchi, superiamo anche un suo piccolo affluente.
Un cartello rotto indica San Quirico verso destra.
Proseguiamo in leggera salita con un sentiero alla destra dei prati.
Poi, quasi in piano, giriamo a destra e arriviamo ad un bivio. Lasciato a destra il sentiero che scende alla Baita di Scermendone Bassa, che vediamo più in basso, continuiamo diritto con un ampio sentiero con il quale iniziamo a risalire il lato destro della valle (m. 2005).
Vediamo un tubo nero affiorante dal sentiero.

Subito dopo una semicurva a destra, percorriamo un ampio tornante sinistrorso. In basso alla destra vediamo la valletta con la Baita Scermendone e un abbeveratoio per il bestiame (m. 2015).
La pendenza aumenta. Torniamo a vedere il tubo nero. Camminiamo tra prati e cespugli. A lato, un po' più lontano, ci sono dei larici.
Proseguiamo con minore pendenza. Un rivolo attraversa e bagna il cammino (m. 2040).
In vista di un tornante destrorso, la pendenza aumenta un poco (m. 2070). Alla sinistra vediamo i Corni Bruciati.
Dopo il tornante, alcuni rivoli attraversano e bagnano il percorso.

Più avanti entriamo in un bosco con larici e rododendri. Il sentiero ora è più largo, quasi una stradina sterrata (m. 2080).
Dopo un tratto con poca pendenza, percorriamo una breve salita ed un altro breve tratto in lieve discesa.
Continuiamo quasi in piano e giriamo a sinistra (m. 2095)
Proseguiamo in leggera salita tra i carpini. In basso alla destra vediamo la strada asfaltata che sale a Preda Rossa.
Percorriamo un tratto in salita seguito da un altro quasi in piano (m. 2125).
In basso alla destra ora vediamo il parcheggio di Preda Rossa. Dietro alla destra spunta la cima del Disgrazia.

Riprendiamo a salire e sbuchiamo in un prato. Troviamo un tombino.
Dalla sinistra arriva un'altra stradina parallela (m. 2135) che dobbiamo prendere per continuare il nostro percorso al Lago Scermendone. Prima di prendere questa stradina andiamo un po' avanti per godere del panorama sulla Valtellina (troviamo un segnavia collocato poco più avanti verso destra, al momento posato per terra che indica a sinistra: Rifugio Bosio a ore 6, Lago Scermendone a ore 1.15). Imbocchiamo la stradina quasi in piano e poi in lievissima salita percorrendo un lungo tratto durante il quale la cima del Disgrazia scompare alla vista. Alla sinistra continuiamo però a vedere i Corni Bruciati e il fondo della Val Terzana.

In seguito lasciamo gli alberi e camminiamo tra cespugli di mirtilli e rododendri. Qua e là rimane ancora qualche larice (m. 2155).
Alla sinistra vediamo una vasca abbeveratoio in cemento, nella quale l'acqua entra tramite un tubo (m. 2160).
Pochi passi più avanti, sempre alla sinistra, troviamo dapprima un rudere e poi il segnavia 19 dipinto su di una pietra.
Percorriamo un'ampia semicurva a destra (m. 2170).

Davanti, tra i carpini, cominciamo a vedere l'Alpe Piano di Spini (m. 2190).
Dopo due passi in discesa ed un breve tratto quasi in piano, scendiamo con una parete di roccia alla destra.
Un rivolo scende dalla destra.
Proseguiamo dapprima in leggera discesa e, dopo una curva a destra, in leggera salita (m. 2185).
In salita passiamo tra due basse roccette (m. 2190).
Poi continuiamo in lieve discesa verso le due baite dell'alpeggio.
In leggera salita, guadiamo un ruscello (m. 2190).
Lasciamo a sinistra una vasca in cemento nella quale entra l'acqua tramite un tubo e sulla quale vediamo il segnavia a bandierina. Attraversiamo il letto di un torrente asciutto.

Raggiungiamo le due baite dell'Alpe Piano di Spini, una a sinistra e l'altra, parzialmente interrata, alla destra (m. 2198).
Superata la prima baita, giriamo a sinistra e attraversiamo un ruscello.
In salita costeggiamo un muretto di pietre sul quale vediamo un segnavia a bandierina.

Alla fine del muretto troviamo una palina priva di segnavia. C'è però una freccia viola che indica il lago verso destra. In alto a sinistra tre l'erba vediamo un grande ometto (m. 2210).
Andiamo a destra in leggera salita e guadiamo il ruscello.
Dopo una curva a sinistra, in basso a destra torniamo a vedere l'alpeggio.

Continuiamo in salita su pietrisco mentre sentiamo i fischi delle marmotte. Alla destra troviamo un ometto formato da una pietra piatta sopra la quale sono state accatastate altre pietre più piccole. Alla sinistra c'è un altro ometto (m. 2230).
La pendenza aumenta. Per un tratto il sentiero si divide in due tracce parallele; quella a sinistra indicata da un bollo bianco è più larga (m. 2240).
Lasciamo poi a sinistra un grande ometto e proseguiamo seguendo tracce tra l'erba (m. 2255). Davanti, in alto, vediamo luccicare ai raggi del sole la porta metallica di un casello dell'acquedotto.
Alla destra a circa cinquanta metri di distanza, vediamo una vasca abbeveratoio. Continuiamo sempre diritto.
Ora camminiamo in leggera salita. Vediamo un segnavia a bandierina (m. 2270).

Il sentiero diventa largo e lievemente incassato nel terreno circostante (m. 2280).
Riprendiamo a salire. Il percorso si sdoppia ed entrambi i sentieri girano a sinistra (m. 2290). Prendiamo il primo segnalato da una bandierina dipinta su di una pietra.
Dopo un tornante destrorso, un po' incassato nel terreno, andiamo a confluire nell'altro (m. 2300).
Percorriamo una curva a destra e pochi passi quasi in piano.

In salita raggiungiamo il casello dell'acquedotto, la cui porta metallica luccica al sole. In basso, tramite un tubo, esce dell'acqua che attraversa il percorso (m. 2310).
Poco dopo, quasi in piano, superiamo un tornante destrorso oltre il quale continuiamo in leggera salita (m. 2315).
Il percorso si divide; la traccia più a sinistra scende e poi risale mentre l'altra prosegue con poca pendenza. Alla destra c'è una parete di roccia (m. 2320).
Riunitisi i due sentieri, saliamo in modo abbastanza ripido. Su di una roccia alla destra vediamo un segnavia a bandierina.

La pendenza diminuisce un poco. Il sentiero prosegue incanalato tra due pareti di roccia (m. 2335).
Vediamo un bollo e, quasi in piano, attraversiamo una zona fangosa (m. 2350).
Continuiamo dapprima in lievissima salita e poi quasi in piano (m. 2355).
Davanti vediamo il lago e con un ultimo tratto in discesa raggiungiamo la sua sponda meridionale.


    
    
    
  • Nazione: Italia
  • Ubicazione: Val Terzana
  • Provincia: Sondrio
  • Comune: Buglio
  • Altezza: m. 2350
  • Latitudine: 46°13'20" N
  • Longitudine: 9°43'38" E
  • Carta Kompass: 93 A6
  • Lunghezza: m. 110
  • Larghezza: m. 50
  • Tipo: naturale
  • Tempo: 2 ore
  • Dislivello: m. 445-50
  • Difficoltà: escursionistica
Escursione effettuata nel mese di settembre 2014
cane = escursione media
Escursione
di media lunghezza
    

    
    

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