Laghetto Scoggione
    

SCOGGIONE

Il Laghetto Scoggione è situato accanto al Bivacco Baita del Lago, sul versante settentrionale del Monte Legnone.
E' alimentato unicamente dallo scioglimento delle nevi e pertanto la sua ampiezza, generalmente scarsa, varia nel corso delle stagioni.
Il panorama spazia sulla bassa Val Chiavenna, sulla Val Codera, sulla Valle dei Ratti e sulle montagne che le sovrastano: Monte Matra (m. 2206), Pizzo di Prata (m. 2727), Sasso Manduino (m. 2888), Pizzo Ligoncio (m. 3032), Cima del Desenigo (m. 2845).

Come arrivare:
Alla prima rotonda di Delebio per chi proviene da Colico (km 3.8 della s.s. 38), giriamo a destra e subito dopo a sinistra.
Arrivati in Piazza S. Domenica, proseguiamo diritto con Via Vittorio Emanuele II.
Superiamo un incrocio e poi giriamo a destra in Via Parascio che più avanti diventa Via Per Casale, una sterrata con la quale raggiungiamo uno slargo sulla sinistra dove lasciamo la macchina (m. 240).

Poco più avanti sulla destra inizia la strada agro silvo pastorale della Val Lèsina. Vari cartelli indicano il divieto di strascico legname, il pericolo di caduta massi, telefoni e date apertura del Rifugio Legnone, e sopratutto il divieto di transito ai veicoli che non sono dotati dell'apposito permesso che si può ottenere al costo di € 5 presso i seguenti esercizi pubblici di Delebio:
Bar Cioca - Via Roma n. 57; Bar Milvia - Via Stelvio 123; Bar Zero8 - Piazza S. Domenica n. 20; Blue Bar - Via Stelvio n. 19; Ristorante Domingo - Via Carcano 3.
Alla sinistra due torrenti scendono ripidamente e, in caso di recenti piogge, formano delle cascatelle.
Tutti i corsi d'acqua che abbiamo incontrato in questa prima parte del percorso: torrenti, ruscelli o rivoli, attraversano la sterrata passandole sotto incanalati generalmente in un tubo di cemento; pertanto non abbiamo mai dovuto guadarli.

Ci incamminiamo tra gli alberi. La pendenza è scarsa.
Troviamo un piccolo slargo sulla sinistra dove sale un sentiero che inizia con alcuni gradini in cemento (m. 260).
Poi alla sinistra c'è un muretto. Alla destra invece, in questo punto, ci sono pochi alberi il che consente una veduta su Delebio.
Proseguiamo nel bosco. Troviamo sulla sinistra una stradina che inizia con il fondo il cemento. La cassetta della posta ci fa capire che in alto deve esserci una casa privata non visibile da questo punto (m. 285).
Pochi passi più avanti troviamo un altro segnale stradale che ribadisce il divieto di transito ai veicoli. Un cartello informa che la sterrata è stata costruita con il contributo del "Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale".
Un rivolo attraversa (m. 295).
Terminato il muretto, alla sinistra c'è una parete di roccia. Un ruscello attraversa la sterrata. Passiamo sotto il cavo di una teleferica (m. 310).
La pendenza aumenta un poco. Un altro rivolo passa sotto alla sterrata. Alla sinistra ricomincia il muretto.
Alla destra troviamo un piccolo slargo e vediamo due cartelli di alluminio con delle scritte ormai illeggibili.
Troviamo un altro torrente che attraversa la sterrata. Il muretto termina (m. 325).
Vediamo anche il letto di un altro torrente, questo però è privo di acqua. Alla sinistra ricomincia il muretto che ora è sormontato da dei paletti di ferro di colore verde che, al fine di contenere una possibile frana, reggono inizialmente alcuni tronchi e poi delle vecchie traversine ferroviarie.

Alla fine del muretto, ignoriamo un sentiero che sale a sinistra mentre un torrente attraversa la strada. Alla destra c'è uno slargo dove troviamo un tavolo in legno con relative panche ed una fontana la cui acqua cade in una vaschetta scavata nella pietra (m. 350).
Poco più avanti alla sinistra tra gli alberi vediamo un casello dell'acquedotto in pietra, raggiungibile salendo alcuni gradini di legno.
Alla sinistra c'è ancora una parete di roccia (m. 370).
Un altro piccolo ruscello scende ripido dalla sinistra e passa sotto alla sterrata. Alla destra gli alberi sono più radi e lasciano intravedere il fondo valle.
Un rivolo scende in modo ripido e attraversa (m. 385). Alla sinistra ricomincia il muretto sormontato da paletti di ferro di colore verde che reggono dei pali di legno posti in orizzontale. Alla destra l'assenza di alberi consente una bella veduta della vallata.
Alla sinistra c'è ancora la parete di roccia.
Passiamo accanto ad una cascata (m. 395).
Altri tre rivoli, uno dopo l'altro, scendono anch'essi dalla sinistra.

Percorriamo poi un breve tratto in piano durante il quale superiamo un impetuoso torrente tramite un ponticello ai cui lati ci sono delle protezioni in ferro dipinte di verde. Tutte le protezioni e i parapetti che abbiamo incontrato sono di questo tipo.
Riprendiamo a salire (m. 420).
Altri due rivoli attraversano, il secondo dei quali su di un letto di pietre (m. 430).
Alla sinistra c'è un muro con grosse pietre. Un altro ruscello attraversa. La pendenza diminuisce (m. 440).
Dopo una semicurva a sinistra, in alto a sinistra vediamo una casa davanti alla quale c'è un prato in forte pendenza. Ignoriamo una sterrata a destra che inizia con una sbarra aperta e conduce verso una teleferica visibile poco più avanti. Sulla sinistra invece c'è la stradina chiusa da una sbarra che sale alla casa.

Percorriamo il primo tornante sinistrorso ignorando un piccolo sentiero che prosegue diritto (m. 460).
Ora alla destra c'è un corto muro di pietre seguito da una parete di roccia e poi da un tratto rinforzato con dei tronchi posti in orizzontale.
Passiamo a monte della casa che avevamo precedentemente incontrato prima del tornante. La vediamo in basso a sinistra mentre dall'altro lato c'è un sentiero che sale accanto ad una area chiusa da una recinzione (m. 470).
Ai lati della sterrata ci sono dei paletti di legno che probabilmente in precedenza reggevano delle traverse di legno per formare delle recinzioni.
Un rivolo attraversa la sterrata.
Alla destra tra alcune grosse pietre sbuca un tubo azzurro il cui scopo è di drenare l'acqua. Più avanti presso una curva a destra ne troviamo un altro (m. 490).

Superiamo un ponte con protezioni ai lati, su di un impetuoso torrente (m. 495).
La pendenza aumenta. Sulla destra troviamo altri tronchi, sistemati in orizzontale, come rinforzo. In questo punto alla sinistra l'assenza di alberi permette una vista sulla sottostante vallata (m. 500).
Proseguiamo con una parete di roccia alla destra.
Un piccolo ma ripido torrente scende dalla destra e attraversa (m. 520).
Superiamo altri due rivoli che attraversano la sterrata. La pendenza diminuisce (m. 525).
Ora alla sinistra ci sono delle protezioni in ferro e alla destra un basso muretto.
Con un ponticello superiamo un ripido torrente (m. 530). Proseguiamo in salita. Un altro rivolo attraversa.

Un sentiero sale dalla sinistra. Su di una freccia in legno leggiamo che si tratta del Percorso GEND (m. 550).
Attraversiamo un bosco di conifere. Ai lati di sono dei paletti di legno che in origine dovevano formare delle recinzioni. Un sentiero sale a destra e un cartello spiega che ci troviamo alla Stazione n. 8 del Percorso GEND (Gruppo Ecologico Naturalistico Delebio): Nogheredo-Ronco. Alcune schede scientifiche parlano della poiana, della ghiandaia e del picchio verde (m. 565).
Pochi passi più avanti, un sentiero contrassegnato da un bollo bianco-rosso scende a sinistra.
Il fondo della strada diventa in cemento (m. 585).
Un rivolo scende dalla destra, accanto a tre picchetti di ferro, e attraversa la strada.

Pochi passi più avanti arriviamo ad un tornante destrorso all'esterno del quale scorre un torrente mentre in alto a sinistra, sopra una parete di roccia, c'è un muro (m. 595). Subito dopo il tornante la strada ridiventa sterrata.
Ignoriamo sulla destra una stradina che scende verso una proprietà privata (m. 605).
Sulla sinistra vediamo due bolli rossi sovrapposti (m. 625).
Ora alla destra c'è un prato e pertanto possiamo vedere il fondovalle. Poi riprendiamo a camminare tra gli alberi (m. 630).

Ignoriamo una stradina che inizia con una grata per lo scolo dell'acqua e, dopo una stanga che troviamo aperta, sale a sinistra (m. 645).
Dopo un rivolo che attraversa la sterrata arriviamo ad un ponte, con il fondo in cemento, su di un torrente che scende dalla sinistra. Lo attraversiamo quasi in piano e poi riprendiamo a salire su sterrato (m. 655).
Un altro piccolo torrente attraversa. Alla destra c'è un piccolo slargo.
Proseguiamo con una parete rocciosa alla sinistra percorrendo un breve tratto su cemento (m. 665). Poi torniamo su sterrato.
Superiamo un rivolo in secca che attraversa e, solo per pochi metri, il fondo stradale torna ad essere in cemento (m. 685).
Pochi passi più avanti percorriamo quasi in piano una curva a sinistra mentre alla destra c'è uno slargo con delle protezioni e vista panoramica sulla vallata (m. 695).

Con dei tronchi collocati in orizzontale a protezione sulla sinistra, in leggera discesa arriviamo ad un ponte con dei parapetti con il quale superiamo un torrente che scende dalla sinistra.
Proseguiamo in leggera salita e poi quasi in piano. Un torrente attraversa la sterrata.
Alterniamo ancora un tratto con poca pendenza e uno quasi in piano e troviamo un altro rivolo che passa sotto alla sterrata (m. 705).
Presso una semicurva a sinistra, alla sinistra ricomincia il muro realizzato con grosse pietre. Procediamo in leggera salita.
Ora alla sinistra c'è una parete di roccia. Un ruscelletto attraversa passando accanto a due paletti di ferro. Poi ricomincia il muro con grosse pietre.

Raggiungiamo un tornante sinistrorso (m. 715). Alla destra ci sono dapprima delle protezioni, poi una catena che chiude l'accesso ad una stradina che conduce verso un baitello in legno.
Un rivolo scende dalla destra. Alla destra c'è un alto muro, realizzato con le solite grandi pietre, che termina presso una semicurva a destra.
Riprendiamo a salire con delle protezioni a sinistra. Alla destra vediamo un segmento verticale bianco dipinto su di una roccia (m. 745).
Con un ponte superiamo un rivolo che scende dalla destra in modo verticale (m. 755).

Percorriamo pochi passi in leggera discesa e arriviamo ad un altro ponte con protezioni ai lati con il quale superiamo un impetuoso torrente.
Torniamo a salire e superiamo un rivolo che attraversa.
Quasi in piano, con un ponte con protezioni ai lati, attraversiamo un altro torrente. Poi riprendiamo a salire (m. 780).
Superiamo due curve ravvicinate destra-sinistra, la seconda delle quali, in piano, presso un ponticello sopra un ruscelletto (m. 790).
Proseguiamo in salita con un muro formato da grosse pietre alla destra.

Pochi passi più avanti sulla sinistra si stacca una stradina che scende verso due baitelli e i ruderi di una baita. In questo punto l'assenza di alberi permette una bella vista sul Lago di Novate Mezzola, sul Pian di Spagna e sulla parte terminale del Lago di Como.
Alla destra un bollo giallo-rosso su di una pietra segnala un poco visibile sentiero che sale ripidamente.
Ancora accompagnati dal muro di pietre arriviamo ad una ampia curva a destra all'interno della quale si stacca una stradina il cui accesso è chiuso da una stanga (m. 820).
Proseguiamo quasi in piano accompagnati da protezioni sul lato sinistro e arriviamo ad una curva a sinistra dove superiamo un ripido torrente che scende dalla destra (m. 825).

Torniamo a salire. Le protezioni alla sinistra terminano. Ora la sterrata è un poco più stretta. Alla destra come rinforzo ci sono le solite grosse pietre miste a tronchi collocati in orizzontale (m. 835).
Alla destra un muretto di pietre fa da argine ad un rivolo che scende dalla destra.
Sulla sinistra troviamo un piccolo slargo con protezioni a valle (m. 850).
Pochi passi più avanti superiamo il letto di un torrente in secca.
Alla sinistra troviamo il punto di arrivo di una teleferica (m. 865).
Poco dopo dalla destra un torrente scende quasi in verticale e attraversa la sterrata.

In alto a destra tra gli alberi vediamo la prima casa di Osiccio di Sopra (m. 875).
Per un po' la sterrata è più larga.
Troviamo poi sulla sinistra un cassottello in metallo seguito da un baitello di legno mentre alla destra ci accompagna un muretto di pietre e cemento.
Vediamo alcune case nei prati sia in basso a sinistra che in alto a destra.

Sulla sinistra a lato della sterrata, e chiusa da paletti di colore rosso che reggono una catena, troviamo la piazzola per l'atterraggio dell'elicottero (m. 890).
Subito dopo incrociamo una mulattiera e continuiamo diritto in leggera salita tra prati e alberi di conifere.
Proseguiamo quasi in piano. Alla destra c'è sempre il muretto mentre alla sinistra le solite protezioni in ferro dipinte di verde. In alto a destra sfilano le case di Osiccio di Sopra e una stradina sale a raggiungerle.
Continuiamo in leggera salita. Alla sinistra scende una stradina lastricata che conduce ad Osiccio di Sotto, interdetta ai veicoli non autorizzati.
Su una delle case alla destra vediamo un affresco raffigurante Alberto da Giussano a cavallo.

Alla fine dell'abitato la sterrata si biforca. La segnaletica indica verso sinistra: Canargo, verso destra: Piazza Calda e Panzone, dietro: Delebio. Alla destra un'altra stradina retrocede verso l'abitato di Osiccio di Sopra segnalato anche da una scritta incisa nel legno (m. 922). Il piccolo borgo merita una visita. Potremmo dissetarci alle fontane e ammirare gli affreschi, generalmente a carattere religioso, realizzati dal pittore G. Abram negli anni 1995-96.

Proseguiamo con la sterrata verso Piazza Calda, in salita nel bosco. Alla sinistra ci sono le solite protezioni di colore verde e alla destra una parete di roccia. Vediamo un bollo rosso.
La pendenza diminuisce. Alla sinistra ora c'è un bosco di conifere.
Dopo un tratto quasi in piano (m. 950), continuiamo in leggera salita con il fondo in cemento.

Alla destra troviamo la Capanna Vittoria, edificio risalente al 1922 e dedicato alla memoria di combattenti, caduti e reduci della prima guerra mondiale (m. 969). Vi si accede dalla destra con una gradinata oppure dalla sinistra con un breve sterrato. Alla destra della capanna c'è una piccola area pic-nic.
In basso, alla sinistra della strada, vediamo le case di Canargo.
Subito dopo troviamo un torrente che attraversa la strada che torna ad essere sterrata.
Proseguiamo in salita con un muro di grosse pietre alla destra.

Alla sinistra troviamo un prato in fondo al quale vediamo una casa rosa.
Con il fondo in cemento e con le solite protezioni alla sinistra, percorriamo un tornante destrorso ben rinforzato all'esterno con un muro di grosse pietre e più in alto con dei tronchi posti in orizzontale e una rete. Un cartello parla della strada della Val Lesina (m. 1000).
Superato il tornante la strada diventa sterrata e, dopo un tratto in salita, prosegue con poca pendenza accompagnata alla sinistra da una fila di tronchi posti in orizzontale a rinforzo.

Incrociamo una mulattiera e, seguendo un bollo rosso, continuiamo diritto (m. 1015).
Troviamo una griglia per lo scolo dell'acqua e, dopo un tratto con il fondo in cemento, torniamo a camminare su sterrato. Due segnali stradali indicano il limite di velocità in 30 km/h. e il divieto di transito ai veicoli non autorizzati in quanto la strada è classificata come agro silvo pastorale (m. 1030).
Superiamo un'altra griglia e passiamo accanto ad un picchetto la cui parte alta è stata dipinta di rosso.
Percorriamo un tratto con il fondo in cemento durante il quale troviamo altre due griglie per lo scolo dell'acqua.
Poi la strada ridiventa sterrata (m. 1060). Superiamo l'ultima griglia.
Continuiamo in salita ignorando una stradina che si stacca alla destra e ci segue in parallelo (m. 1070).

All'inizio di un tornante sinistrorso, un cartello ci dà il benvenuto a Piazza Calda (m. 1085). Alla destra vediamo le prime tre case del piccolo abitato, una fontana con una grande vasca e un sentiero che sale nel bosco. Una palina reca vari segnavia che indicano a sinistra seguendo la sterrata: Alpe Cappello a ore 1.30; con il sentiero: Alpe Legnone a ore 1.45/1.50, Casera Stavello a ore 4.20, Alpe Piazza a ore 5, Galida a ore 2.20, Monte Legnone; dietro: Osiccio, Canargo e Delebio.
Lasciamo dunque la sterrata e prendiamo il sentiero.
Saliamo in modo abbastanza ripido. Inizialmente alla destra ci sono un prato e un parafulmine, poi ci addentriamo in un bosco. Alla sinistra per la prima volta vediamo il segnavia a bandierina con il n. 1.
Il sentiero sale incassato nel terreno circostante e abbondantemente coperto da foglie. Ignoriamo un sentierino che si stacca verso destra. In alto, davanti, vediamo una casa in legno (m. 1115).
La pendenza aumenta. Passiamo alla destra della casa e della sua legnaia (m. 1140).
Poi troviamo altre case alla sinistra e una a destra in fondo ad un prato. Una stradina arriva dalla sinistra (m. 1150).

Proseguiamo in salita. Alla sinistra c'è una staccionata di legno al termine della quale vediamo un grosso bollo rosso.
Saliamo ripidamente nel bosco e vediamo un cerchietto con il numero 5 dipinto su di una pietra. Qui il sentiero è un po' incassato nel terreno circostante.
Poi la pendenza diminuisce un poco (m. 1180).
Alla sinistra vediamo un paletto verde. Passiamo sotto un albero nato alla sinistra del sentiero e cresciuto in obliquo verso destra (m. 1190).
Saliamo due gradini di pietra poi il percorso diventa diventa abbastanza ripido.
Troviamo una palina gialla inserita in una pietra nel bel mezzo del sentiero (m. 1215).
Ora camminiamo su un fondo roccioso e alla destra troviamo tre picchetti di ferro.
Dopo pochi passi quasi in piano proseguiamo alternando tratti in leggera salita ad altri con maggiore pendenza. In basso a destra vediamo un picchetto la cui parte alta è stata dipinta di rosso (m. 1250).

Torniamo a salire ripidamente e arriviamo ad un bivio dove i bolli indicano verso destra (m. 1275).
Possiamo prendere entrambi i sentieri che sono abbondantemente coperti di foglie. Quello a sinistra sale incassato nel terreno circostante. Quello a destra su un fondo di roccia, con una vecchia protezione in legno alla destra e con vista sul fondovalle. Giunti in cima i due percorsi si riuniscono (m. 1290).

Proseguiamo in salita e poi nuovamente in modo ripido (m. 1310). Alla sinistra c'è una parete di roccia.
Troviamo un vecchio tronco abbattuto e messo di traverso a fare da gradino (m. 1330).
Per un po' la pendenza diminuisce ma ben presto torniamo a salire ripidamente.
Arriviamo ad un bivio e anche qui possiamo utilizzare entrambi sentieri (m. 1365). Quello a destra sale in modo più diretto. Prendiamo l'altro che si dirige verso una roccia sulla quale è dipinto un bollo bianco rosso. Vediamo poi un segnavia a bandierina con il n. 1. Giunti alla roccia proseguiamo verso destra e, con poca pendenza arriviamo al punto dove i due percorsi si ricongiungono (m. 1375).
Proseguiamo con lievi saliscendi e poi riprendiamo a salire ben presto in modo abbastanza ripido e con il sentiero incassato tra terra e rocce.
Poi con minore pendenza arriviamo al termine della salita dove sulla destra troviamo un enorme formicaio (m. 1410).
Riprendiamo a salire e vediamo un altro cerchietto contenente il n. 5.

Dalla sinistra arriva un altro sentiero, segnalato dalla scritta MTB, al quale ci uniamo andando a destra quasi in piano. Un cartellone ERSAF indica la foresta della Val Lesina (m. 1425).
Subito dopo ignoriamo un piccolo sentiero che si stacca alla sinistra, all'inizio del quale un cartello segnala un abete bianco. Proseguiamo diritto seguendo i bolli bianco rossi e riprendiamo a salire con alcune radici che fanno da gradino.

Con un fondo di pietre ben sistemate, iniziamo ora a percorrere alcuni corti tornanti abbastanza ripidi (m. 1460).
Dopo i primi sei tornanti il percorso si biforca (m. 1480). Seguendo i bolli andiamo a destra accompagnati da una protezione di legno.
Superiamo altri due tornanti sinistra-destra e arriviamo al punto il cui il percorso si unisce all'altro che avevamo lasciato poco prima al precedente bivio (m. 1490).
Ancora una coppia di tornanti sinistra-destra e arriviamo ad un altro bivio. Anche qui possiamo scegliere se andare a destra accompagnati da un muretto alla sinistra del percorso oppure rimanere più a sinistra e praticamente camminare sopra al muretto stesso. Vediamo un altro cerchietto con il numero 5 (m. 1495).

Usciamo dal bosco. Il sentiero piega a sinistra lasciando a destra un prato dove vediamo un baitello in pietra, con la tettoia in lamiera e privo della porta d'ingresso (m. 1510).
Passiamo in una apertura tra una fila di pietre ammucchiate e piegando a sinistra proseguiamo in leggera salita con un sentierino coperto di pietre tra l'erba. Davanti cominciamo a vedere la catena che chiude la testata della Val Lesina a est del M. Legnone.
Percorriamo un tornante destrorso, accanto ad alcuni alberi (m. 1530). In alto vediamo la croce in legno che segna l'inizio dell'Alpe Legnone.
Passiamo accanto ad una vasca in pietre e ferro nella quale l'acqua entra tramite un tubicino (m. 1540). Qui giriamo a sinistra e riprendiamo a salire tra l'erba.
Raggiungiamo un paletto di legno la cui parte alta è stata dipinta di bianco e rosso (m. 1550).
Seguendo delle tracce, raggiungiamo poi un rudere dove vediamo un segnavia a bandierina e una freccia bianca che punta a destra (m. 1565).
In leggera salita tra l'erba ci dirigiamo verso un altro paletto con i segnavia bianco rossi (m. 1575).

Poi procedendo in salita in direzione della croce, passiamo accanto alle fondamenta di un rudere al cui interno è cresciuta una betulla e superiamo un altro paletto con dipinti i segnavia (m. 1590).
Superata una vasca abbeveratoio, il percorso diventa abbastanza ripido (m. 1605).
Saliamo alcuni rudimentali gradini di legno e di pietra e, presso una curva a destra, troviamo un altro paletto con i bolli bianco rossi (m. 1615).
La pendenza diminuisce un poco. Vediamo una freccia incisa nel legno. Raggiungiamo un rudere (m. 1625).
Ora la pendenza aumenta. Dopo una curva a destra, proseguiamo con un muretto di pietre alla sinistra.
Raggiungiamo un altro rudere e lo lasciamo alla sinistra (1635).
Proseguiamo con salita meno accentuata e vediamo un altro cerchietto con il n. 5.
Percorriamo un tornante sinistrorso all'esterno del quale ci sono alcuni alberi e cespugli, seguito poi da un ampio tornante destrorso in direzione della testata della valle.
Riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido e superiamo un altro paletto di legno con i bolli (m. 1670).
Arriviamo all'altezza della croce che lasciamo alla destra (m. 1680). Passiamo accanto ad un altro paletto e giriamo a sinistra. Davanti vediamo le poche baite dell'Alpe Legnone circondate da un recinto in legno.
In leggera salita attraversato l'ultimo tratto tra l'erba arriviamo all'alpeggio. Il Rifugio Legnone è l'edificio al centro, poco più in alto rispetto agli altri.

Una freccia indica verso destra l'Alpe Scuggione. Andiamo pertanto a destra in lievissima salita e troviamo un altro segnavia che indica il Rifugio Alpe Scoggione a ore 0.35. Su un masso alla destra una freccia bianca conferma la corretta direzione di marcia. Alla destra abbiamo una bella vista panoramica sulla vallata sottostante.
Troviamo un tavolone con panche collocato un poco più in alto a sinistra e usciamo dal recinto.
Vediamo un altro cerchietto con il n. 5.

Iniziamo ora il lungo traverso a mezza costa, prevalentemente in piano ma con lievi saliscendi, sulle pendici settentrionali del Monte Colombano. Alla sinistra abbiamo la parete di roccia mentre alla destra il pendio scende ripidamente.
Attorno ci sono alcuni alberi e cespugli. Percorriamo due curve assecondando le anse della montagna.
Dopo un tratto in leggera salita ne percorriamo un altro quasi in piano dove passiamo sotto ad un larice che esce in orizzontale dalla montagna e posi si raddrizza.
Ora alla sinistra c'è un erboso pendio. A valle invece distinguiamo nettamente, come su una carta geografica, il percorso quasi rettilineo della statale 38 a cui fanno da contrasto i meandri del Fiume Adda, i campi coltivati dalle varie forme geometriche e dalle molteplici sfumature di verde e marrone. Più lontano vediamo il Pian di Spagna con le grandi antenne paraboliche, tra la parte terminale del Lago di Como e il Lago di Novate.

Proseguiamo con lievi saliscendi appena accennati. Per un tratto alla sinistra troviamo una parete rocciosa.
Superiamo con un po' di attenzione la neve scaricata da un primo canalino. Alla destra il pendio infatti scende ripidamente.
Dopo un tratto in salita, con minore pendenza attraversiamo un secondo tratto innevato.
Vediamo un tubo nero che affiora dal sentiero.
Poi, superata anche la neve scaricata dal terzo canalino, proseguiamo tra larici e rododendri.
Torniamo a camminare quasi in piano e torniamo anche a vedere il tubo nero.
Dopo una curva a sinistra troviamo un cartellone della Ersaf che segnala la Foresta della Val Lesina (m. 1725).
Proseguiamo in salita tra i larici, riuscendo comunque a distinguere la parte terminale del Lago di Como (m. 1745).

Quasi in piano arriviamo ad un bivio dove i segnavia indicano a sinistra con il sentiero n.1: Passo Colombano, Dosso Zocche, M. Legnone; diritto con il sentiero 1B: Lago Scoggione, Alpe Scoggione a ore 0.15, Colico; dietro: Alpe Legnone a ore 0.20.
Continuiamo in leggera discesa. Percorriamo due curve sinistra-destra, assecondando le anse della montagna (m. 1725).
Dopo la successiva curva a sinistra, in basso a destra vediamo il Rifugio Scoggione.
Ancora pochi passi e davanti cominciamo a vedere il Bivacco Baita del Lago (m. 1715).
Continuiamo in leggerissima discesa. Superiamo una stanga che troviamo aperta e sulla quale un cartello avverte di prestare attenzione alle mucche.
Arriviamo ad un bivio (m. 1700) dove i segnavia indicano a destra: Alpe Scoggione, Pian Formica, Colico; dietro: Passo Colombano, Dosso Zocche, M. Legnone. Prendiamo invece la stradina a sinistra con la quale quasi in piano arriviamo al bivacco e poi in leggera discesa al piccolo lago.

    
    

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Questi sono alcuni dei laghetti
che ho incontrato girovagando
sulle nostre montagne.
    
    

    
    

Caratteristiche

    
  • Nazione: Italia
  • Ubicazione: Valtellina
  • Provincia: Sondrio
  • Comune: Piantedo
  • Altezza: m. 1692
  • Latitudine: 46°06'24.70"N
  • Longitudine: 9°24'57.50"E
  • Carta Kompass: 92 B9
  • Lunghezza: m. 42
  • Larghezza: m. 15
  • Tipo: naturale
  • Tempo: 4.30 ore
  • Dislivello: m. 1510 -58
  • Difficoltà: escursionistica
  • Escursione: maggio 2012
aquila = escursione molto lunga

Escursione lunga e faticosa.