Lago di Pietrarossal
    

PIETRAROSSA

Il Lago di Pietrarossa (o di Val Canè) è situato in alta Val Canè in una conca a sud del Passo di Val Canè (m. 2699).
Tramite questo passo che si apre tra la Cima di Pietra Rossa (m. 2869) a NW e la Cima di Glere (m. 2778) a SW, si può scendere in Val Grande.
Il lago raccoglie le acque provenienti dal disgelo delle cime circostanti e da origine al Torrente Fiumeclo (o Fumeclo).

Come arrivare:
Risalendo la statale 42 della Val Camonica o scendendo con la statale 39 dall'Aprica, raggiungiamo Edolo e poi continuiamo verso il Gavia.
Dopo Vezza d'Oglio, a Stadolina, prendiamo a sinistra la provinciale 80 con la quale arriviamo a Vione.
Poi, seguendo le indicazioni, giriamo ancora a sinistra e saliamo alla frazione di Canè.
Qui giunti, attraversiamo l'abitato percorrendo la via principale. Tra le ultime case troviamo posto in un parcheggio e vi lasciamo la macchina (m. 1520). Alcuni segnavia indicano con il percorso n. 65: Corte Bona a ore 1, Casere di Valzaroten a ore 2.15, Laghetti di Pietra Rossa a ore 3.30, Passo per Val Grande a ore 4, Cima di Pietra Rossa a ore 4.30, Cima Monticello a ore 5.30.

Ci incamminiamo. Lasciamo a sinistra la strada che sale ad una trattoria e a destra quella che scende alla Antica Segheria Veneziana e ad un'area pic-nic segnalate da un cartello, e proseguiamo in leggera discesa su strada asfaltata. Alla sinistra c'è un muretto di pietre; alla destra delle protezioni realizzate con pali in metallo e traversine in legno.
Ignoriamo poi sulla destra Via della Storia che inizia accanto ad una panchina. Sul muretto un segnavia indica: 65, Strada per Monte Coleazzo.
Proseguiamo in leggera salita lasciando a sinistra una serie di garages.
Poco dopo sulla destra troviamo un altro parcheggio. In basso a destra vediamo il Torrente Fiumeclo che scorre impetuoso.
Alla sinistra troviamo una scultura protetta da un tettuccio in legno. A destra in basso c'è una casa.

Con un ponte attraversiamo il torrente ed entriamo in un vasto parcheggio sterrato. Alla sinistra c'è un'area pic-nic (m. 1530).
In fondo al parcheggio troviamo una bacheca con una grande cartina della zona. Alcuni segnavia in legno del Parco dello Stelvio indicano: Malga Coleazzo, Malga Prisigai, Laghetti di Canè e Corni della Torre. Un segnale stradale limita il traffico. Vi leggiamo: "Transito consentito in salita entro le ore 9, dalle ore 11.30 alle ore 14.30, dopo le ore 18. La discesa del veicolo è libera in qualsiasi orario. Ai veicoli muniti di permesso l'accesso è sempre consentito. I permessi si rilasciamo presso gli uffici comunali. Costo giornaliero del permesso turistico: euro 10".

Proseguiamo in leggera salita su di una strada con il fondo in cemento e pietre. Alla destra ci sono delle protezioni in legno.
Troviamo una panchina alla sinistra (m. 1545).
Più avanti alla sinistra, accanto ad una croce e ad una panchina, una scorciatoia sale nei prati (m. 1555).
Subito dopo ignoriamo un sentiero che si stacca alla destra.
Sempre alla destra troviamo anche la piazzola per l'atterraggio dell'elicottero e una sacca a vento.

Raggiungiamo la Baita Stodegarda che aggiriamo con un tornante sinistrorso ignorando un sentiero che prosegue diritto (m. 1562). Sulla baita leggiamo questo cartello: "Le vere meraviglie non costano una lira. Camminare rende lieti. Sotterrate i pensieri ... e i barattoli vuoti." Lasciamo a destra un tavolo con due panche in legno, una fontana con vasca di pietra contenente un tronco scavato e un casello dell'acquedotto.
Proseguiamo in salita tra i prati. Ora in fondo è acciottolato. Cominciamo a trovare alcune canaline per lo scolo dell'acqua di traverso alla strada.
Alla destra una stanga chiude l'accesso ad un prato.
La pendenza diminuisce. Proseguiamo poi quasi in piano su sterrato con delle protezioni in legno alla sinistra, terminate le quali riprendiamo a camminare in leggera salita (m. 1595).
Dalla sinistra rientra la scorciatoia. La strada torna ad essere acciottolata e alla sinistra per un tratto ci sono ancora delle protezioni (m. 1600).

Lasciamo a sinistra un grande masso.
Camminiamo in leggera salita tra i prati; gli alberi sono ai lati, abbastanza lontani (m. 1620).
Ignoriamo una stradina inerbita che sale a destra (m. 1635).
Ora accanto alla strada ci sono alcuni larici. In basso a sinistra tra gli alberi riusciamo a scorgere il torrente (m. 1660).
Proseguiamo quasi in piano su sterrato. Alla destra troviamo un baitello di legno.

Con in fondo acciottolato arriviamo ad un quadrivio (m. 1675). I segnavia indicano a destra con il sentiero 3: Chigol a ore 0.25, Villa d'Allegno a ore 1.15, Malga Prisigai, Malga Coleazzo, Chigolo; diritto: Laghetti di Canè, Cortebona, Corni della Torre, Stambec, agriturismo a km 1; alla sinistra si stacca una stradina che si dirige verso le Case di Pont. Alla destra c'è una bacheca con una grande cartina della zona.
Proseguiamo diritto su sterrato tra prati e pochi alberi isolati.
Dopo una curva a destra troviamo un cartello del Parco Nazionale dello Stelvio che segnala il divieto di arrampicata e di abbandono dei sentieri. Un altro cartello indica a destra Bercürsù a 500 metri (m. 1695).
Con il fondo acciottolato proseguiamo in leggera salita.
Superiamo due ruscelletti che, tramite una canalina, attraversano la strada, e poi un altro che le passa sotto (m. 1705). Vediamo il torrente scorrere con delle serpentine.
Riprendiamo a salire e troviamo altri larici (m. 1740).
Poi continuiamo quasi in piano su sterrato.
In basso a sinistra vediamo un baitello recintato.
Poco dopo, sempre alla sinistra, oltre il torrente, vediamo l'agriturismo.

Arriviamo a Cortebona (m. 1766). Alla destra ci sono l'ultimo parcheggio e la palazzina con il punto informazioni e i servizi igienici. Alla sinistra c'è l'area pic-nic. Il torrente scorre a lato della sterrata.
Poco dopo, raggiungiamo due baite e un ponte. Alla sinistra si stacca la stradina che conduce all'agriturismo. I segnavia indicano a sinistra con il sentiero 99-66: Tor di Pagà a ore 2, Cima Bles a ore 4: diritto con il sentiero 65: Casere di Valzaroten a ore 1.15, Laghetti di Pietra Rossa a ore 2.30; diritto con il sentiero 65-A: Cima di Pietra Rossa a ore 3.30, Cima Monticello a ore 4.30; diritto con il sentiero 65-B: Passo Val Grande a ore 3, Rifugio Plaz de l'Asen a ore 4.30; diritto con il sentiero 65-99: Sentiero dei camosci ore 8.30. Proseguiamo diritto.
Subito dopo alla destra c'è una fornace da calce (calchère) restaurata e un cartello ne illustra le caratteristiche. In alto c'è una fontana in una zona recintata. Alla sinistra invece ci sono altri tre tavoli con panche. Da questo punto un segnale stradale indica il divieto di transito ai veicoli.
Lasciamo a destra una panca, una panchina e poi una stalla e riprendiamo a salire tra gli alberi.

Alla destra troviamo La Palazzina, una casa con un muro di contenimento utilizzata dagli scout come campo base (m. 1795). Ci sono anche una panchina e una fontana.
Poco dopo troviamo un'altra calchera alla destra e un tavolo con panche alla sinistra.

Seguendo un cartello che indica la Malga Valzatoren, con un ponte di legno attraversiamo il torrente e, volgendogli le spalle, proseguiamo tra i larici con una stradina inerbita (m. 1815).
Ignoriamo un sentiero che si stacca alla destra.
Passando accanto ad una panca, percorriamo una curva a destra. Proseguiamo in salita.
Alla sinistra vediamo alcuni grossi massi (m. 1845).
Continuiamo tra prati, rododendri e radi larici.
Più avanti tra gli alberi vediamo altri massi.
Dapprima con poca pendenza e poi in salita attraversiamo un prato (m. 1880).

Ad un bivio andiamo a destra seguendo le indicazioni su un cartello del parco: Cima Monticello, Laghetti Canè, Malga Valzaroten 65 (m. 1895).
Camminiamo alternando lievi saliscendi. Il torrente scorre alla destra. Cominciamo a distinguere le cime alla testata della valle (m. 1910).
Alla sinistra, all'ombra di alcuni larici, vediamo due tavoli e relative panche.
Troviamo poi una panca alla destra accanto ad un masso e al torrente.
Proseguiamo con poca pendenza tra erba, cespugli di rododendro, larici e massi.

Raggiungiamo il Plazzo della Casera, una vasta prateria senza alberi che attraversiamo alternando due tratti in leggera salita ad uno quasi in piano. Alla destra il Fiumeclo scorre placido con varie serpentine (m. 1930).
Alla sinistra in lontananza vediamo alcuni ruderi.
Al termine della radura torniamo a salire tra larici, erba e rododendri (m. 1955).
Poi i larici diventano radi e, in alto verso destra, cominciamo a vedere il Bivacco Valzaroten (m. 1975).
Su di un masso vediamo il segnavia 65 (m. 1985).

Ci affianchiamo al torrente e con un ponticello di legno lo attraversiamo.
Tra mucche al pascolo, in leggera salita, ci portiamo alla destra della valle passando accanto ad alcuni massi e cumuli di pietre (m. 2005).
Un cartello indica la Malga Valzaroten. Qui giriamo a sinistra e riprendiamo a salire con un sentiero circondato da parecchi cespugli di rododendro.
In basso a sinistra vediamo gli ultimi pascoli prima della testata della valle.
Percorriamo un tratto abbastanza ripido poi la pendenza diminuisce un poco (m. 2035).

Attraversiamo una pietraia (m. 2070).
Poi con due zig-zag destra-sinistra, riprendiamo il sentiero che scorre tra l'erba, alcuni rododendri e pochissimi larici.
Dopo un breve tratto con poca pendenza (m. 2105), saliamo in modo abbastanza ripido, parte sterrato e parte su roccia bagnata da un rivolo.
Percorriamo un tornante sinistrorso passando su di una roccia bagnata da un ruscelletto che scende dalla destra e approfittiamo dell'acqua freschissima per dissetarci (m. 2125).
Su di un masso vediamo il segnavia 65.
Con poca pendenza percorriamo un ampio tornante destrorso e riprendiamo a salire con varie serpentine.
Il sentiero si divide ma dopo pochi passi si ricompone (m. 2140). Poco dopo torniamo a vedere il bivacco.
Percorriamo un tratto con poca pendenza poi giriamo a destra e saliamo in modo abbastanza ripido (m. 2160).
Alla sinistra vediamo una cascata. Ora camminiamo tra l'erba e qualche pietra.

Ancora pochi passi quasi in piano e poi arriviamo al Bivacco Valzaroten (m. 2208).
Il Bivacco è situato in posizione dominante la vallata, in vista dei contrafforti settentrionali dell'Adamello.
Si tratta di una costruzione in pietra, ricavata da una vecchia casera, che dispone di cinque posti letto con materassi nuovi ma senza cuscini e con solo due vecchie coperte, due tavoli con relative panche, fornello con bombola, lavandino con acqua freschissima, stufa con legna, armadietti con stoviglie, cassetta per le offerte.

Dietro al bivacco prendiamo un sentiero che sale a zig-zag tra l'erba e alcune pietre.
Più avanti raggiungiamo un torrente che scende a cascata e lo guadiamo verso sinistra (m. 2275). In questo punto la pendenza è scarsa, poi riprendiamo a salire.
Continuiamo in modo abbastanza ripido (m. 2295).
Lasciamo a destra un masso con il segnavia 65.

Frattanto ci stiamo spostando verso sinistra.
La pendenza diminuisce un poco. Vediamo un bollo su di una targa metallica (m. 2315).
Percorriamo una curva verso destra (m. 2345) e poi un'altra verso sinistra (m. 2350).
Continuiamo con poca pendenza verso una cascata e guadiamo un torrente (m. 2370).
Saliamo una roccetta agevolati da rudimentali gradini.
Poi riprendiamo a salire con alcuni zig-zag su fondo roccioso.
Vediamo un bollo bianco rosso. Superiamo altri corti tornanti (m. 2380).
La pendenza aumenta (m. 2405)

Raggiunta una roccia, continuiamo con un tornante destrorso (m. 2415).
Dopo alcuni passi quasi in piano, riprendiamo a salire a zig-zag.
Il sentiero di divide in due tracce e poi si ricompone.
Lasciamo a destra un masso sopra il quale sono state collocate delle piccole pietre per formare un ometto (m. 2435).
Proseguiamo in modo abbastanza ripido.
Vediamo un piccolo cartello con il n. 19. In questo punto giriamo a destra e percorriamo un tratto con poca pendenza poi torniamo a salire (m. 2450).
Dopo un zig-zag destra-sinistra, proseguiamo con alcune serpentine.

Arrivati davanti ad un nevaio percorriamo un tornante sinistrorso (m. 2485).
Dopo un tratto con poca pendenza torniamo a salire tra pietre, spuntoni di roccia ed erba.
Percorriamo un altro tratto quasi in piano lasciando a destra una cavità piena di neve (m. 2515).
Riprendiamo a salire. Percorriamo altri zig-zag e passiamo accanto a due piccoli ometti (m. 2525).
Sempre zigzagando raggiungiamo delle rocce che lasciamo alla sinistra (m. 2535).

Imbocchiamo un ripido canalino roccioso e lo risaliamo per una diecina di metri.
Proseguiamo poi con minore pendenza tra erba e pietre (m. 2550).
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso e su di un masso vediamo un segnavia raffigurante un uccello e un bollo (m. 2565).
Dopo alcuni passi con poca pendenza torniamo a salire lasciando a destra un nevaio.
Superiamo altri tornanti. Poi saliamo in modo abbastanza ripido (m. 2580).

Al termine della salita raggiungiamo un grande ometto. Davanti si apre la conca nella quale si adagia il lago (m. 2601).
Scendiamo con un ampio sentiero e lo raggiungiamo.


    
    
    
  • Nazione: Italia
  • Ubicazione: Alta Val Canè
  • Provincia: Brescia
  • Comune: Vione
  • Altezza: m. 2585
  • Latitudine: 46°18'07"N
  • Longitudine: 10°25'54"E
  • Carta Kompass: 107 C2
  • Lunghezza: m. 100
  • Larghezza: m. 100
  • Tipo: naturale
  • Tempo: ore 3.20
  • Dislivello: m. +1085 -20
  • Difficoltà: escursionistica
Escursione effettuata nel mese di luglio 2013
aquila = escursione molto lunga
Escursione
lunga e faticosa
    

    
    

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