Lago Venina
    

VENINA

Il Lago Venina è situato nell'omonima valle circondata a nord dal Pizzo Meriggio (m. 2348); a ovest dal Pizzo Campaggino (m. 2394), dal Pizzo Campaggio (m. 2502) e delle Cime Biorche (m. 2453); a sud dalla Cima di Venina (m. 2624); a est dalla costiera che va dal Montirolo (m. 2126) alla Cima Branda (m. 2498).
La sua diga, ad archi multipli sostenuti da contrafforti, è situata sul lato nord del lago. E' alta m. 44, lunga m. 175 ed è stata costruita nel 1942 dalla società Edison. L'acqua dell'invaso serve per la produzione di energia idroelettrica.

Come arrivare:
Il transito in auto, dal bivio di Vedello al parcheggio di Ambria, è soggetto al pagamento di un pedaggio di Euro 5 effettuabile presso il Municipio di Piateda, Via Ragazzi del 99 n. 1 oppure presso il bar di fronte in Via Roma.

Lasciamo la statale 38 al km. 40.6, vale a dire poco prima del passaggio a livello che segna la fine della tangenziale di Sondrio, per prendere sulla destra la strada per Piateda e Faedo.
Con il Ponte del Navetto attraversiamo il Fiume Adda. Ad un bivio lasciamo a destra la deviazione per Faedo e proseguiamo diritto.
Raggiungiamo Busteggia, frazione di Piateda, dove giriamo a destra in Via Tambarini seguendo le indicazioni per Piateda Alta.
Proseguendo, la strada diventa stretta e, dopo le case, continua in salita nel bosco.
Passiamo sopra le condotte, due grossi tubi della centrale idroelettrica Sondel.
Superiamo la piccola frazione di Pam e, arrivati allo stop, giriamo a destra seguendo le indicazioni per Piateda Alta e ci immettiamo su di una strada più larga.
Attraversiamo la frazione di Previsdomini, dopo la quale ignoriamo le deviazioni dapprima per Pusterla e poi per Vermaglio. Passiamo nuovamente sopra i due grossi tubi.

Ad un bivio la segnaletica indica a sinistra: Gaggio a km 4, Le Piane a km 10; a destra: Vedello, Rifugio Mambretti. Andiamo a destra.
La strada ora è più stretta ma sempre ben asfaltata e continua nel bosco in leggera salita. Alla destra un guard-rail protegge dal sottostante precipizio. Di tanto in tanto c'è una piazzola per lo scambio. Ignoriamo tutte le deviazioni su fondo sterrato che incontriamo da entrambi i lati. Passiamo su un ponticello.
Sulla destra vediamo dapprima la chiesa di San Bartolomeo e poi le case del piccolo abitato che la circondano (m. 944).
Più avanti arriviamo alla centrale dell'Edison. Un cartello giallo alla sinistra della strada indica: Vedello m. 1032, Rifugio Mambretti a ore 3.30.
La strada prosegue ancora più stretta. Con un ponte attraversiamo verso destra il Torrente Caronno.

Raggiungiamo il bivio di Vedello (m. 1100). I segnali stradali indicano a sinistra: Agneda a km. 1 e Scais a km 4.1; a destra: Ambria a km. 2.2. I segnavia del Cai indicano, a sinistra con il percorso 251: Agneda a ore 0.25, Lago di Scais (incrocio GVO) a ore 1.30, Rifugio Mambretti a ore 3; a destra con il percorso 254: Ambria a ore 0.50, Lago Venina a ore 2.20, Bivacco Lucini (incrocio GVO) a ore 3.45; dietro: Vedello a ore 0.10, Monno per Piateda Alta a ore 1.30, Busteggia a ore 2.10.
Dobbiamo pertanto andare a destra ma un cartello indica il divieto di transito ai veicoli che non hanno l'apposito permesso di circolazione. Pertanto, se non l'abbiamo acquistato, dobbiamo proseguire a piedi. Qui il posto per parcheggiare è scarso, eventualmente possiamo lasciare la macchina al tornante precedente o ancora più sotto in alcuni slarghi a lato della strada.

Ci incamminiamo sulla strada agro-silvo-pastorale, con il fondo in cemento, in leggera salita tra gli alberi. Di tanto in tanto troveremo, sul lato a valle, delle protezioni in ferro.
Superiamo due semicurve sinistra-destra e passiamo sotto un ponte sul quale c'è la condotta che già avevamo incontrato precedentemente (m. 1110).
Lasciamo a destra uno slargo e proseguiamo in salita con un muro alla sinistra.
Percorriamo una curva verso sinistra (m. 1120).
Presso un tornante sinistrorso aggiriamo un masso e continuiamo con poca pendenza (m. 1135).
Proseguiamo quasi in piano.
Dentro una nicchia nel muro vediamo la statuetta di una Madonna.
In lievissima salita percorriamo un tornante destrorso (m. 1145).
Continuiamo in salita con una verticale parete di roccia alla sinistra e con vista sulla vallata in basso alla destra.

All'esterno di un tornante sinistrorso vediamo scendere ripidamente il Torrente Venina (m. 1160).
Subito dopo, con poca pendenza, percorriamo un tornante destrorso. Alla sinistra ci sono dei pali rotondi di ferro che reggono due cavi.
Proseguiamo con un muro in cemento, sormontato da una rete, alla sinistra.
Per un tratto alla sinistra c'è solo un cordolo.
Con un muro di pietre alla sinistra iniziamo a percorrere un ampia curva verso destra, in parte sterrata e in parte su asfalto.

Incrociamo una frana, ora ben sistemata, che scende dalla sinistra verso la strada (m. 1175).
Con il fondo in cemento percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1180).
Prima e dopo un tornante destrorso transitiamo sotto dei cavi dell'alta tensione (m. 1185).

All'esterno di un tornante sinistrorso troviamo il segnale triangolare che indica il pericolo di possibili piene improvvise e vediamo il torrente che scorre più in basso (m. 1195).
Lasciamo a sinistra un traliccio. Prima e dopo un tornante destrorso, transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione (m. 1200).
Superiamo una semicurva verso sinistra.
Davanti ad un enorme masso percorriamo un tornante sinistrorso e vediamo il torrente in basso alla destra (m. 1215).
Con un muretto alla destra superiamo alcune serpentine appena accennate.

Passiamo sotto ai cavi dell'alta tensione e, dopo pochi passi, percorriamo un tornante destrorso (m. 1225).
Continuiamo su sterrato e ripassiamo sotto ai cavi. Percorriamo due semicurve verso sinistra; alla sinistra inizialmente abbiamo un muro e poco dopo una parete di roccia (m. 1235).
Continuiamo con un muretto alla sinistra. Davanti vediamo una cima in lontananza (m. 1240).

Quasi in piano, presso una curva verso destra, passiamo sotto tre cavi dell'alta tensione (m. 1250).
Superiamo una curva verso sinistra.
Alla sinistra troviamo uno slargo.

Giriamo a destra e, su di un ponte con le sponde di ferro, attraversiamo il Torrente Venina. Un segnale ricorda di prestare attenzione in caso di piene improvvise (m. 1255).
Giriamo a sinistra. Troviamo dei segnavia che indicano con il sentiero 235 che sale a destra: Capanno Foppa a ore 1.45, San Bernardo a ore 3.
Proseguiamo diritto, in leggera salita, accompagnati dal torrente che scorre alla sinistra della strada.
Passiamo ancora sotto i tre cavi dell'alta tensione. Davanti vediamo nuovamente la stessa cima che avevamo precedentemente già notato (m. 1265).
Superiamo una semicurva verso destra e continuiamo con il fondo in cemento (m. 1270).
Dopo pochi passi torniamo a camminare su sterrato. Alla destra ci accompagna dapprima un muretto in cemento e poco dopo un muro. C'è anche un muro che scende alla sinistra a rinforzo della strada.

Un segnale stradale avverte di prestare attenzione agli animali al pascolo. Passiamo sotto ai tre cavi dell'alta tensione e percorriamo una curva verso sinistra (m. 1280).
Subito dopo, con un tornante destrorso, aggiriamo una baita e una vecchia stalla/fienile. Troviamo un altro segnale di possibili piene improvvise.

All'esterno di un'ampia semicurva verso sinistra troviamo dell'acqua che, tramite un canalino di legno, entra in una vasca di pietra (m. 1295).
Continuiamo con un muretto in cemento alla destra.
Superiamo una semicurva verso destra (m. 1300).
Con un alto muro alla destra, superiamo due semicurve destra-sinistra.
Proseguiamo quasi in piano con i tre cavi dell'alta tensione che scorrono sopra di noi.

Raggiungiamo lo slargo dove, chi è arrivato fin qui in auto, deve parcheggiare. Vi troviamo due pannelli che parlano della Val Venina e mostrano una cartina della zona. (m. 1310).
Un segnale stradale indica che solo ai proprietari di terreni e fabbricati possono continuare con i loro veicoli.

Proseguiamo in leggera salita. Ora al bordo sinistro della strada c'è una striscia di cemento.
Arriviamo al punto di confluenza tra i due torrenti che scendono dalla Val Venina e dalla Val d'Ambria.
Poco dopo, su di un ponte che ha come sponde due muretti di pietre, attraversiamo il Torrente Venina e raggiungiamo Ambria.
Camminiamo sui ciottoli e notiamo alla sinistra una bella villetta mentre alla destra c'è il piccolo cimitero.
Proseguiamo tra due muretti, percorriamo una curva verso destra e raggiungiamo le altre case del piccolo borgo.
Dopo una curva a destra raggiungiamo una piazzetta dove alcuni segnavia indicano, diritto con il sentiero 253: Valle di Ambria, ex-centrale Zappello a ore 0.30, Baite Cigola a ore 2.25, Passo di Cigola a ore 3.50; a destra con il sentiero 254: Lago di Venina a ore 1.30, G.V.O. a ore 3.20, Passo di Venina a ore 4.50. Alla destra c'è la chiesa di San Gregorio; un cartello informa che è stata edificata nel 1615 e restaurata nel 1839 e nel 1960 (m. 1325).
Continuando tra le case, dopo una panchina giriamo a destra e raggiungiamo la facciata della chiesa, prima della quale giriamo a sinistra.

Il piccolo borgo di Ambria visto dall'alto

Il piccolo borgo di Ambria visto dall'alto

All'uscita dal borgo ci troviamo davanti un grande prato in ripida pendenza.
Pieghiamo a sinistra e prendiamo un sentiero in leggera salita tra l'erba.
Continuiamo in salita.
Presso una semicurva verso sinistra camminiamo tra alcune pietre.
Passiamo accanto ad un gruppo di betulle (m. 1355).

Ad una biforcazione scegliamo il sentiero alla sinistra.
Percorriamo due tornanti destra-sinistra vicini tra loro.
Con gli alberi alla sinistra percorriamo un tornante destrorso (m. 1370).
Continuiamo con il sentiero tra i prati. In basso alla destra vediamo i tetti di Ambria, quasi tutti ricoperti da lamiere.

Lasciamo a destra un pilastrello di pietre (m. 1390).
Dopo pochi passi, percorriamo un tornante sinistrorso.
Passiamo sotto ai rami di un pino e continuiamo con un tornante destrorso (m. 1400).
Percorriamo una curva verso sinistra.
Camminiamo attorniati da due file di pietre ammucchiate.
Superiamo una curva verso destra.

Continuiamo tra alberi e felci su di una mulattiera inerbita (m. 1410).
Lasciamo a sinistra un masso (m. 1420).
Superiamo una semicurva verso destra. Attorno al sentiero ci sono alcuni massi (m. 1430).
Percorriamo un tratto con minima pendenza (m. 1440).

Alla destra, oltre il fondo di una valletta, vediamo le vecchie baite e stalle del maggengo Precarè. Un sentiero scende a raggiungerle (m. 1445).
Passiamo sotto i tre cavi dell'alta tensione. Troviamo una piccola croce di ferro in memoria di una persona scomparsa.

In salita, attorniati da massi, riprendiamo la mulattiera e superiamo due semicurve sinistra-destra (m. 1460).
Troviamo del muschio, mirtilli e rododendri.
Continuiamo con poca pendenza. Alla destra vediamo una vecchia stalla (m. 1465).
Riprendiamo a salire e superiamo una curva verso sinistra seguita, poco dopo, da una verso destra (m. 1475).
Proseguiamo su fondo roccioso con una rudimentale staccionata di legno alla destra.
Lasciamo a destra un traliccio (m. 1480).
Camminiamo tra radi alberi e felci.

Percorriamo un tornante sinistrorso seguito, poco dopo, da uno destrorso (m. 1490).
Continuiamo con poca pendenza accompagnati, alla sinistra, dai tre cavi dell'alta tensione (m. 1500).
Proseguiamo in salita.

Accanto ad una roccia, con un'apertura in basso, troviamo una piccola croce di ferro in memoria di una persona scomparsa (m. 1520).
Continuiamo in leggera salita.
Passiamo tra un traliccio alla sinistra e un triangolo che segnala il possibile pericolo di piene improvvise alla destra. In questa zona ci sono parecchi cespugli di rododendro (m. 1530).
Ora i cavi dell'alta tensione scorrono paralleli alla nostra destra.
Dopo un breve tratto quasi in piano proseguiamo in lievissima discesa (m. 1535).

Quasi in piano arriviamo ad un tratto franato che il sentiero, ben sistemato, attraversa in leggera salita (m. 1540).
Lasciamo a destra un traliccio posizionato sopra uno spuntone roccioso (m. 1545).
Percorriamo un tratto quasi in piano (m. 1550).

Continuiamo nel bosco e cominciamo a vedere dei bolli di colore bianco-rosso o rosso-bianco-rosso (m. 1555).
Alla sinistra troviamo un enorme masso spaccato in due. Vediamo anche uno dei soliti triangoli che segnalano una possibile piena improvvisa del torrente e arriviamo al termine della zona franata.
Proseguiamo con delle serpentine appena accennate tra larici e qualche masso.
Con poca pendenza percorriamo una curva verso destra. Continuiamo in salita passando accanto ad un altro triangolo e riprendiamo la mulattiera (m. 1570).

Presso un ampio tornante sinistrorso, in basso alla destra, vediamo il torrente (m. 1575).
Proseguiamo con poca pendenza. Troviamo un tronco collocato raso terra alla sinistra del sentiero. Percorriamo un tornante destrorso (m. 1590).
Con pochissima pendenza arriviamo ad un tornante sinistrorso e continuiamo in salita (m. 1595).
Percorriamo un tornante destrorso (m. 1600).
Proseguiamo con un tornante sinistrorso camminando su un fondo di roccia e pietre.
Riprendiamo il sentiero che ha il fondo roccioso.
Giunti davanti ad una parete percorriamo un tornante destrorso (m. 1610).
Poco dopo superiamo due tornanti sinistra-destra (m. 1615).

Alla destra ci sono alcuni tronchi collocati raso terra e, poco dopo, anche del paletti di ferro che reggono due cavi.
Percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio (m. 1625).
Con poca pendenza superiamo un tornante destrorso e continuiamo in salita (m. 1635).
In leggera salita percorriamo due tornanti-sinistra destra (m. 1640).
Proseguiamo in salita. Superiamo una semicurva verso destra.
Alla destra abbiamo dei picchetti di ferro che reggono due cavi.

La mulattiera è abbastanza larga ma è esposta alla destra dove precipita verticalmente verso il sottostante torrente.
Una freccia e il numero 10 dipinti in rosso indicano una traccia che sale a sinistra. Continuiamo diritto (m. 1655).
Quasi in piano superiamo una semicurva verso sinistra (m. 1660).
Poco dopo riprendiamo a salire.
In leggera salita percorriamo due tornanti sinistra-destra (m. 1675).
Saliamo tre gradini di legno e percorriamo altri due tornanti sinistra-destra vicini tra loro (m. 1680).
Superiamo altri rudimentali gradini di legno e di pietra.
Dopo pochi passi quasi in piano proseguiamo con poca pendenza (m. 1685).

Continuiamo quasi in piano. In alto alla destra cominciamo a vedere la casa dei custodi della diga (m. 1695).
Dopo un breve tratto in leggera discesa proseguiamo in salita. Alla destra troviamo dei tronchi collocati raso terra.
Proseguiamo con poca pendenza. Alla sinistra c'è una roccia (m. 1705).
Continuiamo con un breve tratto in leggera discesa.
Alterniamo due tratti con poca pendenza ad uno quasi in piano.
Il tratto esposto è praticamente terminato in quanto alla destra ora vediamo il torrente poco più in basso.

Proseguiamo in salita tra alberelli, cespugli e felci (m. 1725).
Camminiamo su una mulattiera con un gradino all'incirca ogni due metri; siamo sulle Scale di Venina (m. 1755).
Percorriamo un tratto all'ombra di alcuni alberi (m. 1760).

Presso un tornante sinistrorso ignoriamo un sentiero, con una sbarra e una rete, che prosegue diritto. Con questo sentiero rientreremo sulla mulattiera se, dopo aver raggiunto la casa dei custodi, vorremo fare anche il giro del lago, prima di tornare a valle (m. 1770).
Proseguiamo in leggera salita. Alla destra ci sono una roccia e alcuni cespugli di rododendro.

Presso un tornante destrorso, davanti cominciamo a vedere la diga del Lago Venina. Continuiamo in salita (m. 1780).
Alla sinistra abbiamo un muretto di pietre a secco (m. 1785).
Con poca pendenza percorriamo due tornanti sinistra-destra e continuiamo in salita (m. 1795).
In leggera salita superiamo un tornante sinistrorso. Davanti ora vediamo bene la diga, la cappellina e le baracche utilizzate dagli operai durante il periodo di costruzione dello sbarramento (m. 1805).
Poco dopo percorriamo un tornante destrorso.

La diga del Lago di Venina

La diga del Lago di Venina

Superiamo una semicurva verso sinistra e continuiamo quasi in piano. Alla sinistra sale un cavo passamano segnalato da una freccia rossa (m. 1810).
Un ruscello sgocciola dalle rocce alla sinistra; proviamo ad immaginarlo quando forma una cascata in piena.
Proseguiamo con poca pendenza.
Percorriamo due tornanti sinistra-destra (m. 1820).
Vediamo un bollo rosso-bianco-rosso su di una roccia; poco dopo ne troviamo un altro.
Passiamo tra gli ultimi larici e continuiamo allo scoperto.
Alla sinistra ci sono la casa dei custodi e gli edifici di servizio (m. 1840). La diga è più in basso alla destra.
Fin qui abbiamo impiegato ore 2.30 e superato un dislivello di m. 740

GIRO DEL LAGO

Decidiamo di effettuare il giro del lago prima di tornare a valle.
Dalla casa dei custodi giriamo a sinistra e cominciamo ad aggirare il lago inizialmente tra gli alberi e poi allo scoperto alternando tratti in leggera discesa ad altri quasi in piano.
Giunti in fondo, su di un ponte attraversiamo il Torrente Venina che si immette nel lago.
Passiamo tra i quattro edifici (baite-stalle) della Casera Vecchia (m. 1830).

La testata della Val Venina

La testata della Val Venina

Con un altro sentiero ritorniamo lungo la sponda opposta, inizialmente allo scoperto e poi tra gli alberi.
Attraversiamo il guado di un torrente e arriviamo nei pressi della diga dove c'è anche una chiesetta. (Abbiamo impiegato un'ora circa per percorrere con calma i 4 chilometri del giro del lago).
Qui giunti, per chiudere l'anello e tornare alla casa dei custodi sarebbe più comodo percorrere il camminamento sopra alla diga, cosa però vietata ai non addetti ai lavori.

Non ci resta che utilizzare un sentiero che ci riporterà sulla mulattiera già percorsa all'andata.
Seguendo alcune frecce e un paio di cartelli con la scritta "Ambria", scendiamo una scaletta di ferro alla sinistra.
Proseguiamo con il sentiero lasciando a sinistra i vecchi magazzini e dormitori degli operai che lavorarono alla costruzione della diga.
Passiamo accanto ad un rudere e percorriamo alcune curve e tornanti con lo stretto sentiero invaso dell'erba.
Raggiunto il piazzare ai piedi della diga, su di un ponticello riattraversiamo il Torrente Venina, ora emissario, e continuiamo con un sentiero.
Oltrepassiamo una stanga e una rete, che sbarrano parzialmente il cammino, e andiamo ad immetterci sulla mulattiera percorsa all'andata al tornante di quota m. 1770.
Ora non ci resta che proseguire in discesa verso Ambria e successivamente fino alla nostra vettura.


    
    
    
  • Nazione: Italia
  • Ubicazione: Val Venina
  • Provincia: Sondrio
  • Comune: Piateda
  • Altezza: m. 1820
  • Latitudine: 46°05'02"N
  • Longitudine: 9°51'57"E
  • Carta Kompass: 104 B2-3
  • Lunghezza: m. 1300
  • Larghezza: m. 370
  • Tipo: artificiale
  • Tempo: ore 2.30
  • Dislivello: m. 740
  • Difficoltà: escursionistica
Escursione effettuata nel mese di giugno 2022
orso = escursione lunga
Escursione
abbastanza lunga
    

    
    

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